Tagli anche negli Stati Uniti, il paese che comanda – molto meno – nel mondo ma che non potrebbe mai essere ammesso nell’Unione Europea visti i suoi “parametri” fallimentari (solo il rapporto deficit-Pil, pr dirne una, viaggia intorno al 10% annuo, invece del 3% del trattato di Maastricht).
Il Senato statunitense ha approvato stamattia, dopo una sessione lunghissima e anche notturna, il nuovo bilancio federale, il primo negli ultimi quattro anni. È passato per un solo voto di maggioraza (50 contro 49), con quattro democratici che hanno votato insieme ai repubblicani.
Un bilancio gigantesco, da 3.700 miliardi di dollari (poco meno di 3.000 miliardi di euro), ovviamente molto articolato. Specie i 975 miliardi di dollari in nuove tasse nei prossimi dieci anni hanno sollevato la furibonda opposizione del “partito dei ricchi” (i repubblicani, appunto), mentre i “tagli” alla spesa raggiungeranno i 275 miliardi. A pagare il costo più alto, qui, saranno i programmi di assistenza pubblica – già molto scarsi negli Usa – come Medicare e Medicaid.
Nemmeno un piano di queste dimensioni, tuttavia, è in grado di ridurre in misura consistente il deficit statunitense. Quello presentato dai repubblicani alla Camera – dove si annuncia uno scontro feroce e senza troppi margini di mediazione – prevede addirittura il pareggio di bilancio in dieci anni. Con un massacro sociale di dimensioni inaudite.
È quindi ampiamente prevedibile che alla fine non ci sarà nessun bilancio – alla Camera i repubblicani hano la maggioranza – e la battaglia continuerà tra chi, come l’amministrazione Obama, si presenta come chi vuole ridurre il deficit “distribuendo” i sacrifici su tutte le fasce della popolazione e chi, come i repubblicani, pretende di farlo – e in misura finanziariamente molto maggiore – a scapito soltanto della spesa pubblica (drastica riduzione delle spese, soprattutto sociali, e abolizione della riforma sanitaria di Obama, con privatizzazione del programma di assistenza agli anziani Medicare ). Con l’esclusione della voce più consistente, le spese del Pentagono.
L’assenza di un accordo sul bilancio, come in tutti i paesi, complica di molto le possibilità di gestione della spesa, che negli Stati Uniti prende la forma di un “tetto” da fissare per legge – con accordo bipartisan. Il 2012 si è chiuso senza accordo e quindi il pericolo di “fiscal cliff” (baratro fiscale), con conseguenti tagli atuomatici, ha già preso corspo. Tra alcuni mesi, viene calcolato, si tradurrà nella perdita di almeno 750.000 posti di lavoro, tra licenziamenti diretti nel settore pubblico e ricadute a pioggia sul settore privato.
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