Tensione alle stelle nella penisola coreana, come non succedeva ormai da molti anni, nonostante il conflitto mai chiuso definitivamente tra la Repubblica Popolare del Nord e il sud controllato e occupato dalle truppe statunitensi.
Nelle ultime ore lo stato di allarme è cresciuto, fino a che le autorità di Pyongyang hanno annunciato che il paese è formalmente entrato in ‘stato di guerra’ avvertendo che le sue forze armate e le sue installazioni missilistiche sono preparate per un ‘conflitto su grande scala’. “Da ora in poi le relazioni tra il Nord e il Sud sono da considerarsi in stato di guerra” ha scritto l’agenzia di stampa statale nordcoreana KCNA, dopo che già ieri i media nord coreani avevano pubblicato alcune foto del leader, Kim Jong Un, mentre assisteva ai preparativi “per attaccare in qualsiasi momento interessi statunitensi e della Corea del Sud”, annunciando che la perdurante situazione in conseguenza della quale tra il nord e il sud della penisola coreana non sussiste né la pace né la guerra è terminata. Un inasprimento assai preoccupante delle relazioni tra i due paesi che di fatto non hanno mai siglato un trattato di pace ma solo un cessate il fuoco e poi un armistizio dopo la guerra durata dal 1950 al 1953.
La tensione è cresciuta repentinamente dopo che lo scorso 7 marzo l’Onu ha annunciato nuove sanzioni contro Pyongyang messa sotto accusa per lo sviluppo di un suo programma nucleare mentre in questi giorni nella Corea del Sud sono iniziate le ennesime provocatorie esercitazioni militari congiunte con la partecipazione di un consistente contingente statunitense e l’arrivo di alcuni bombardieri invisibili ai radar.
Come aveva riferito l’agenzia di stampa ufficiale Kcna, il leader nordcoreano aveva risposto alle minacce militari di Seul e Washington ordinando l’allerta delle unità missilistiche “così da potere colpire in qualsiasi momento gli Stati Uniti, le loro basi militari nei teatri operativi dell’Oceano Pacifico, incluse quelle nelle isole Hawaii, nell’isola di Guam e nella Corea del Sud”.
Nelle ultime ore, dopo la Cina anche la Russia ha lanciato un appello alla ”massima responsabilità e moderazione” alle due Coree e agli Stati Uniti dopo che Pyongyang ha annunciato lo ‘stato di guerra’ contro Seul. ”Ci aspettiamo dalle due parti la massima responsabilità e moderazione e che nessuno superi il punto di non ritorno”, ha detto Grigori Logvinov, responsabile incaricato per la Corea del ministero degli Esteri russo.
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