La recente visita a L’Havana della cantante statunitense Beyoncé e di suo marito Jay-Z non è passata inosservata e anzi ha generato un lungo strascico di polemiche. In particolare ad andare su tutte le furie sono stati alcuni rappresentanti nel parlamento di Washington della lobby cubano-americana, come il senatore della Florida Marco Rubio. Da parte loro sia la Casa Blanca che il Dipartimento di Stato hanno evitato di rispondere alle domande sulla legalità del viaggio della famosa coppia – ai cittadini degli Stati Uniti é infatti assolutamente proibito viaggiare a Cuba, tranne in alcuni casi autorizzati dal governo – limitandosi a rimettere la questione al Dipartimento del Tesoro. “Che é quello che “prende le decisioni sui viaggi culturali e scolastici” a l’Havana, ha ricordato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney. Ma il Dipartimento del Tesoro tace per il momento, così come la celebre coppia di artisti, che la settimana scorsa ha celebrato a L’Havana, insieme a una consistente folla di amici (anche loro arrivati illegalmente?) il quinto anniversario di nozze. Tra non molto, d’altronde, si presume che entrambi diano spiegazioni di un viaggio che ha messo in fibrillazione i media durante tutto il fine settimana fino a ieri, quando network come la CNN hanno trasmesso a ripetizione le immagini della coppia che festeggiava nella capitale cubana. I media si chiedono se il Dipartimento del Tesoro accoglierà la richiesta scritta che nei giorni scorsi gli hanno inviato altri due rappresentanti anticastristi, i repubblicani Ileana Ros-Lehtinen e Mario Di’az Balart che in una lettera inviata al direttore dell’Ufficio Controllo Esteri del Dipartimento del Tesoro (OFAC), Adam Szubin, hanno chiesto spiegazioni sul “tipo di licenza che Beyoncè e Jay-Z hanno ricevuto, con quale scopo e chi ha approvato detto viaggio”.
“Le restrizioni ai viaggi turistici sono provvedimenti di buon senso diretti ad impedire che dollari statunitensi appoggino un regime assassino che continua ad opporsi agli interessi in materia di sicurezza degli Stati Uniti e che sopprime in modo spietato la più basilari libertà di espressione, consesso e religione” hanno tuonato gli anticastristi. E ancora: “L’industria turistica di Cuba è controllata dallo Stato, pertanto i denari portati nel turismo cubano finanziano direttamente la macchina di oppressione che reprime brutalmente il popolo cubano”.
Ora le autorità USA si trovano davanti a un bel dilemma. Far valere la legge che impone l’embargo a Cuba e punire Beyoncè e consorte, attirandosi le ire dei loro fan, oppure lasciar correre e provocare le furie della potente lobby cubano-americana? Tra l’altro la coppia ha più volte dichiarato il suo appoggio al presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Che dalla sua ha qualche rappresentante di chi, come il repubblicano Jeff Flake, da tempo perora la causa della completa liberalizzazione dei viaggi a Cuba per i cittadini – e gli imprenditori, ovviamente – statunitensi.
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