Nessun colpevole per gli ‘effetti collaterali’ dei due raid aerei più cruenti (16 morti) condotti da Israele sulla Striscia di Gaza nel novembre scorso nell’ambito dell’ultima ondata di bombardamenti nell’enclave palestinese da anni assediata da Tel Aviv.
E’ questo il verdetto della magistratura militare israeliana, denunciato ieri Dal Centro palestinese per i diritti umani. Il Pchr ha reso noto di aver ricevuto una comunicazione di chiusura delle indagini da parte del procuratore militare israeliano nella quale si annuncia che ”non sono state rilevate violazioni del diritto di guerra” nei casi denunciati: due bombardamenti, condotti su Gaza il 18 e il 20 novembre 2012, costati in totale la vita a 16 persone, quasi tutte civili. Una conclusione che il Pchr contesta con veemenza, affermando di aver al contrario ”fornito una notevole quantità di prove” alle autorità d’Israelesull’illegittimità di quegli attacchi. In entrambi i casi, secondo la giustificazione della procura militare, le forze del cosiddetto ‘Stato ebraico’ avrebbero preso di mira ”terroristi” responsabili del lancio di alcuni razzi dalla Striscia contro il territorio diIsraele. In particolare, nell’episodio più grave – il primo – bersaglio del raid risulta essere stato un presunto miliziano di Hamas: effettivamente ucciso dalle bombe, ma insieme ad altri nove componenti della sua famiglia – bambini inclusi – e con due vicini di casa. Durante gli ultimi bombardamenti israeliani su Gaza a novembre rimasero uccisi in una settimana 177 palestinesi (di cui almeno un centinaio di civili) e 6 israeliani (4 civili e 2 militari).
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