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Maduro avverte Madrid: “Spagna attenta”

E’ in corso da alcune ore un duro braccio di ferro tra Caracas e Madrid a seguito della presa di posizione da parte del governo spagnolo contro la legittimità del risultato elettorale di domenica in Venezuela. Oggi il presidente eletto Nicolàs Maduro ha avvertito il governo Rajoy di fare molta attenzione con le sue continue dichiarazioni, in riferimento alle ultime parole pronunciate dal ministro degli estero spagnolo José Manuel García-Margallo che aveva parlato della necessità di una nuova verifica del risultato del voto per le presidenziali venezuelane. 

“Attenta Spagna” ha detto Maduro durante il suo primo discorso come presidente eletto del Venezuela, mentre nelle strade andava in scena la pantomima orchestrata dal ‘socialdemocratico’ Capriles che improvvisamente ha adottato i toni fascisti e golpisti tipici di una opposizione che fa riferimento alle oligarchie spodestate dalla rivoluzione bolivariana e manovrata da Washington e Madrid. “Il governo spagnolo se la prende con il degno popolo del Venezuela. Rispettateci se volete essere rispettati” ha detto il presidente. Che poi ha aggiunto: “Il popolo del Venezuela si è già liberato. Siamo il popolo di Bolívar che già molto tempo fa ha sconfitto le truppe del vostro re “. E poi la stoccata: “Occupatevi dei problemi del vostro popolo, avete il 25% di disoccupazione (per la verità i senza lavoro sono anche di più), degli sfratti che lasciano senza casa i lavoratori, delle misure neoliberiste che causano distruzione e fame” ha detto Maduro rivolgendosi all’esecutivo di Madrid. “Spero che rettifichiate le vostre dichiarazioni rapidamente, oppure prenderemo delle misure di ritorsione a tutti i livelli, misure economiche, diplomatiche e politiche esemplari” ha avvertito senza molta diplomazia il leader politico bolivariano. Una dichiarazione inequivocabile dopo che il ministro degli esteri di Caracas, Elías Jaua, ha già convocato l’ambasciatore venezuelano in Spagna, Bernardo Álvarez, per consultazioni. 

Non è la prima volta che Madrid e Caracas ingaggiano un braccio di ferro così diretto. Nel 2007, in occasione di un vertice ibero-americano a Santiago del Cile, il monarca spagnolo Juan Carlos aveva apostrofato il recentemente scomparso Hugo Chavez con un secco ‘stai zitto’ dopo che il Comandante aveva definito l’allora premier spagnolo José Maria Aznar ”un fascista”.
Le dichiarazioni filo-opposizione del capo della diplomazia di Madrid cozzano frontalmente con il contenuto della dichiarazione comune dei sette rappresentanti politici spagnoli che hanno partecipato in qualità di osservatori alle operazioni di voto di domenica 14 aprile. “Crediamo che il risultato elettorale è incontestabile perchè documentabile e perchè la consultazione ha assicurato l’esercizio libero, segreto e universale del voto” hanno scritto nero su bianco l’ex presidente del parlamento di Madrid José Bono, l’ex ambasciatore in Venezuela Raúl Morodo e i deputati Daniel Serrano (PP), Antonio Trebín (PSOE) Antoni Picó (CiU), Enrique López (IU) y Aitor Esteban (PNV). Che pure invitano comunque il governo e la Commissione Nazionale Elettorale di Caracas a rispondere con la massima celerità e trasparenza a ogni denuncia su irregolarità nel corso delle elezioni presidenziali.

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