Menu

Rafsandjani e Mashaie, presidenziali proibite

L’uno-due del Consiglio dei Guardiani della Costituzione che ha escluso una coppia di candidati eccellenti per le presidenziali iraniane del 14 giugno: il settantottenne ayatollah Rafsandjani, già presidente nel 1989 e nel ’97, e Rahim Mashaie, politico vicinissimo all’uscente Ahmadinejad, ha la regìa per niente occulta del grande vecchio della Repubblica Islamica: Ali Khamenei. La lista dei rifiutati è lunga ma i due elementi più noti potevano calamitare consensi in una nazione da tempo spaccata che vive emergenze economico-politiche interne e internazionali.  Con una mossa la Guida Suprema si è disfatto di personaggi con cui aveva conti in sospeso. Rafsandjani nel 2009 diresse il Consiglio del Discernimento, la maggiore autorità di arbitraggio politico, denunciando la repressione operata sulla cosiddetta “onda verde” contestatrice dei risultati elettorali nelle consultazioni che confermarono Ahmadinejad. Per settimane cortei di protesta percorsero le vie di Teheran e di altre città con cartelli che chiedevano dove fosse finito il proprio voto. L’accusa di pesanti brogli venne aggirata con la repressione, polizia e milizie basji colpirono duro provocando morti, feriti e arresti. 

L’esclusione di Rafsandjani assume contorni di vendetta postuma verso quel gesto che all’epoca lo faceva avvicinare, lui conservatore e businnessman, ai para riformatori Moussavi e Karoubi. Per la Guida Suprema più di uno sgarbo personale fu un vero tradimento della tradizione. Mashaie, meno noto, è un uomo d’apparato del clan rimasto fedele al presidente uscente dopo che, attorno al 2010, si consumò una spaccatura interna al partito dei Pasdaran per il controllo delle potenti bonyad che presiedono gran parte degli affari economici della nazione. Ahmadinejad, nel primo mandato aveva cercato di rafforzare le figure laiche come la sua di fronte a un panorama che per un ventinquennio aveva visto i chierici ricoprire le più alte cariche dello Stato e della politica. Ahmadinejad si faceva forte del sostegno di quella che è stata definita la “generazione del fronte” formata dagli strati più poveri della popolazione, i mostazafin, immolatisi a difesa di Patria e Rivoluzione. Sotto quella spinta il morigerato Mohmoud era salito in vetta all’amministrazione della capitale e, pur fautore di posizioni infide per il clero, era stato sostenuto dal gruppo degli ayatollah più conservatori guidato da Yazdi che puntava a frenare la parentesi riformatrice di Khatami.

Allora Khamenei l’aveva abbracciato, cosa che a un certo punto non fece più. Alcuni dicono perché constatava come l’antico disegno di ridimensionare il clero fosse sempre nei piani dell’ingegnere prestato alla politica, altri perché ne constatò un volto lobbista quando scoppiava lo scandalo della banca Saradat in cui erano finiti taluni suoi collaboratori. Ma anche in questo caso certa dietrologia parlò di trappolone per bruciare un uomo diventato scomodo a vecchi e nuovi avversari. Comunque da tre anni fra Khamenei e il presidente è sceso il gelo. Tanto che notizie di questi giorni rivelano che suoi sostenitori sono stati fermati e trattenuti dalla potente Vezarat-e Ettela’at Amniyat va-e Keshvar  (l’Intelligence di Teheran) autrice anche di chiusure di cinque siti web. Tutto in un clima che agenzie occidentali come France Presse definiscono intimidatorio. Ora la partita presidenziale la giocheranno signori che si chiamano: Saeed Jalili, responsabile dei negoziati sul nucleare, Akbar Velayati, consigliere degli affari esteri di Khamenei, Mohsen Rezaie, un tempo capo delle Guardie della Rivoluzione, Baqer Qalibaf, sindaco di Teheran. Quest’ultimo è un incarico portafortuna ricoperto a suo tempo dallo stesso Ahmadinejad.

Forse gli otto candidati non si presentano come lui faceva agli inizi di carriera con un’aria da emerito sconosciuto, però il quadro sembra un deja vu: ai laici tuttora non è concesso mettere in discussione il velayat-e faqih. La mente, e le mani, del clero sulla Repubblica Islamica continuano a essere una realtà.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *