Sarebbe Esteban M., un estremista di destra ventenne nato a Cadiz, in Spagna, ma con passaporto francese, l’autore materiale dell’omicidio del giovane antifascista Clement Meric a Parigi. Nonostante il leader del gruppo neonazista denominato Gioventù Nazionalista Rivoluzionaria (Jnr) Serge Ayoub abbia negato il coinvolgimento della sua organizzazione nell’aggressione mortale contro lo studente diciannovenne, è proprio contro questa sigla dello squadrismo di estrema destra che puntano il dito inquirenti e antifascisti.
Ieri sono stati quattro i fascisti arrestati dalla polizia dopo l’aggressione omicida avvenuta mercoledì pomeriggio nel IX arrondissement della capitale francese, tra questi Cédric C., Stéphane C. e Katia V., due ragazzi e una ragazza tra i 20 e i 30 anni, tutti vicini alla JNR, così come lo è Esteban M., che secondo la polizia avrebbe confessato di aver partecipato al pestaggio affermando però che non era sua intenzione uccidere la vittima e che ha agito solo per legittima difesa. In realtà tutti i testimoni parlano di un’aggressione premeditata: dopo che un gruppo di studenti di sinistra aveva avuto un alterco con i neonazisti all’interno di un negozio di vestiti usati, questi hanno aspettato Clement fuori da un negozio e lo hanno aggredito con dei pugni di ferro, lo studente non ha fatto neanche in tempo a difendersi che è crollato a terra sotto i colpi degli aggressori e ha sbattuto violentemente la testa su un cono segnaletico. Il tutto è accaduto a Rue Caumartin, una delle zone più frequentate e commerciali di Parigi, tra la stazione ferroviaria Saint-Lazare e i grandi magazzini Printemps e Galeries Lafayette.
Il movimento Jnr, fondato nel 1987, prima di essere riorganizzato nel 2010 da Serge Ayoub, non è nuovo alle azioni violente e aggressioni. Il gruppo fa parte di una vasta galassia neonazista che afferma di opporsi “sia al capitalismo che al comunismo” promuovendo un altro movimento denominato “Terza Via”. Pur utilizzando lo slogan mussoliniano “Credere, obbedire e combattere” si è distanziato da altri gruppi di estrema destra focalizzati su temi più “classici”, come l’immigrazione e la difesa dell’identità nazionale, attraverso una “lotta al capitalismo” che spesso diventa ‘lotta al mondialismo’ e scimmiotta le battaglie della sinistra anticapitalista anche nei linguaggi e in alcune simbologie. Da tempo i fascisti utilizzano un bar – ‘Le Local’ – situato nel XV arrondissement di Parigi, come luogo di ritrovo e come punto di partenza per le loro scorrerie.
Ora tutta la sinistra francese chiede una punizione esemplare nei confronti degli aggressori e lo scioglimento della Jnr e di gruppi simili. Nel pomeriggio di ieri la Polizia ha fermato altri estremisti di destra portando ad otto – sei uomini e due donne – il numero degli arrestati. I rappresentanti della classe politica francese, da destra a sinistra, hanno tuonato contro le inaccettabili attività squadristiche di organizzazioni che stanno approfittando delle manifestazioni della destra contro la legge che legalizza i matrimoni tra omosessuali per aumentare la propria visibilità e cercare di reclutare nuovi membri. Non sono mancati negli ultimi mesi episodi di scontro tra polizia e neofascisti che da molti anni non si vedevano a Parigi, proprio nel corso delle grandi manifestazioni organizzate dalla destra cattolica e reazionaria contro il governo socialista. Appena poche settimane fa, la Francia fu scioccata dal suicidio di Dominique Venner, 78 anni, storico e saggista dell’estrema destra, che si è sparato in bocca dietro all’altare di Notre-Dame per protestare contro la legalizzazione delle nozze gay e quella che definiva ”la caduta della Francia e dell’Europa” in mano agli islamici.
Intervenendo al Senato, il premier Jean-Marc Ayrault ha detto da parte sua che il governo socialista sta studiando ”tutte le possibilità che permettano di fare a pezzi, in qualche modo, in modo democratico, sulla base del diritto, questo movimenti di ispirazione fascista e nazista che danneggiano la Repubblica”. Ieri anche il presidente francese François Hollande, in viaggio ufficiale in Giappone, è intervenuto sull’omicidio di Parigi affermando che “se si dimostrasse il coinvolgimento di un gruppo organizzato nell’aggressione, si dovranno prendere provvedimenti. I gruppi di estrema destra provocano disordini e devono essere repressi”. Dichiarazioni di fuoco, alle quali però non è detto che seguiranno azioni concrete dopo che la rabbia e l’emozione per quanto accaduto l’altro ieri si saranno affievolite.
Un altro appuntamento era stato convocato dagli studenti davanti alla facoltà di Scienze Politiche, alla quale lo studente bretone era iscritto. Un altro ancora davanti alla stazione ferroviaria di Saint Lazare. I manifestanti hanno manifestato, molti in lacrime, portando in piazza mazzi di fiori e foto della giovane vittima, mentre alcuni striscioni affermavano “Nè oblio nè perdono” e chiedevano il pugno di ferro contro l’estrema destra.
Centinaia di persone hanno manifestato anche a Brest, la città bretone dove Clement era nato e viveva prima di trasferirsi a Parigi. Anche a Nantes, a poca distanza, gli antifascisti hanno voluto esprimere pubblicamente il loro dolore e la loro rabbia.
Una marcia é stata inoltre convocata per domani.
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