Il governo greco ha annunciato oggi a sorpresa l’immediata chiusura dell’emittente pubblica televisiva e radiofonica Ert, che attualmente conta 2.700 dipendenti dopo che negli ultimi anni una parte dei lavoratori dell’ente erano già stati tagliati. “Ert è un caso di eccezionale mancanza di trasparenza e di incredibile stravaganza. Tutto questo finisce ora”, ha detto il portavoce del governo, Simos Kedikoglou, in una conferenza stampa. Tentando così di far passare la misura del governo come un atto dovuto di moralizzazione e riduzione degli sprechi. Il portavoce ha promesso che l’emittente riaprirà più avanti – quando? – con una struttura diversa e naturalmente un numero assai inferiore di lavoratori. Immediata la protesta dei sindacati che hanno immediatamente convocato una assemblea all’interno del palazzo che ospita gli studi della tv e della radio di stato, alla quale si sono uniti attivisti di vari movimenti e partiti di sinistra.
Il governo ha ordinato che le trasmissioni della tv e della radio pubblica ellenica Ert cessino a partire dalla mezzanotte di oggi. L’annuncio campeggia sulla homepage della tv di Stato, che ha tre canali terrestri, uno satellitare e la rete radiofonica. «Il governo stasera chiude Ert». Le polemiche su un eventuale passo del genere da parte del governo erano iniziate già, roventi, a partire dall’approvazione e dalla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del decreto n. 139, in base al quale il ministro competente ha l’autorità di decidere la chiusura di un’organizzazione di propria competenza. I sindacati dei lavoratori stanno decidendo come rispondere alla chiusura ed eventualmente come evitarla, eventualmente autogestendo le trasmissioni televisive e radiofoniche fino a costringere il governo a tornare sui suoi passi.
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