“Il governo di Ankara rispetterà la decisione del Tribunale” che prevede la sospensione dei lavori per la demolizione del Gezi Park a Istanbul per la costruzione di un centro commerciale. Lo ha reso noto il portavoce del partito al governo Akp, Huseyin Celik, dopo il vertice di quattro ore avvenuto durante la notte tra il primo ministro Recep Tayyip Erdogan e una delegazione di 16 rappresentati dei manifestanti tra cui alcuni membri della ‘Piattaforma Taksim’ e otto artisti che hanno espresso il loro sostegno alla protesta. Facendo riferimento a una sentenza del Tribunale sulla sospensione del progetto che il governo aveva previsto per il Gezi Park, Celik ha detto che se non verrà accolto l’appello presentato dal governo – che vuole rimuovere il parco per costruirvi una moschea, un centro commerciale e una ‘ricostruzione’ di antiche caserme ottomane – l’area sarà mantenuta a parco. Nel caso in cui il progetto venisse invece approvato in appello, il governo terrà un referendum sul destino di Gezi Park. ”La Turchia é uno stato di diritto. E’ impossibile che il ramo esecutivo compia un atto illecito. C’é una decisione della Corte e il governo si deve adeguare”, ha detto Celik, precisando che il parco non sarà toccato fino all’ulteriore pronunciamento del Tribunale. Durante il vertice si é anche discusso dell’uso sproporzionato della forza da parte della polizia turca contro i manifestanti. ”Hanno chiesto sensibilità su questo argomento. Se verrà provato (che un ufficiale, ndr) ha commesso un reato, sarà punito come prevede la legge”, ha dichiarato Celik. Durante un incontro con la stampa, il portavoce dell’Akp ha anche ribadito l’appello ai manifestanti ad abbandonare la protesta a Gezi Park. ”Mi rivolgo ai giovani che fanno parte del movimento ambientalista. Tornate nei vostri caldi letti a casa”, ha detto.
Per quanto riguarda la decisione di abbandonare la protesta di piazza, i manifestanti lasceranno che ognuno decida come crede. ”Tutto é iniziato per la sensibilità rispetto al parco. Le persone sensibili decideranno in proprio, così come da sole hanno deciso di intervenire dopo le violenze” della polizia sui manifestanti, ha detto Eyup Muhcu della Piattaforma Taksim. Tra gli otto artisti che hanno incontrato Erdogan anche Halit Ergenc, primo attore della serie televisiva ‘Suleyman il Magnifico’, secondo cui il primo ministro ha ascoltato attentamente i loro timori e le soluzioni proposte. ”Ci hanno garantito che non compieranno alcuna azione che sia incompatibile con la decisione della Corte”, ha detto.
Ma l’ipotesi ventilata dal governo di tenere un referendum a Istanbul sulla sorte di Gezi Park sembra più che altro una boutade. Tra l’altro inammissibile dal punto di vista legislativo, ha detto ieri il presidente del Consiglio di Stato turco, Huseyin Karakullukcu, ricordando come ci sia già una sentenza che boccia il progetto del governo per il parco, emessa dal Tribunale Amministrativo di Istanbul il 31 maggio. “Non lo definirei referendum – ha detto Karakullukcu, citato dal sito del quotidiano Hurriyet – sarebbe una sorta di sondaggio sulle opinioni dei cittadini, perché non si può tenere un referendum contro la decisione di un giudice. Nello stato di diritto, la decisione di un giudice é vincolante”.
Insomma il governo utilizza toni concilianti, dice alcune bugie e continua ad alternare il bastone della repressione alla carota del ‘dialogo’. Poco dopo l’inizio dell’incontro tra il premier turco e i “delegati del movimento” di protesta di Istanbul, la polizia antisommossa ha di nuovo attaccato con gas lacrimogeni e idranti alcune centinaia di manifestanti che protestavano nel centro di Ankara, a pochi metri dalla residenza del premier dove si sta svolgendo l’incontro. Cinque i dimostranti fermati dalla polizia.
Intanto per oggi pomeriggio i rappresentanti della ‘Piattaforma Taksim’ hanno annunciato una cerimonia di commemorazione delle vittime della protesta, quattro finora quelle confermate dalle autorità ma in numero superiore se ci considerano alcuni dimostranti che si trovano ormai in stato di coma irreversibile a causa dell’impatto in zone vitali di pallottole di gomma o spolette di lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo dai reparti antisommossa.
Ieri il premier aveva ribadito che la sua pazienza era terminata e che entro ieri sera tutti i dimostranti avrebbero dovuto abbandonare il Gezi Park. Qualche ora prima aveva chiesto ai ‘veri ecologisti’ di abbandonare il parco e di lasciare da soli ‘i terroristi’ che si erano ‘infiltrati nella protesta’. Nell’ennesima dichiarazione paternalistica e minacciosa Erdogan aveva anche rivolto un invito alle ‘madri’ affinché riportassero a casa i loro figli impegnati nella protesta. Per tutta risposta ieri in serata molte mamme sono scese a manifestare in piazza Taksim e nel corso di una catena umana hanno simbolicamente chiesto alle mamme dei poliziotti di riportare a casa loro i loro figli.
Poco prima in molti quartieri di Istanbul é andata di nuovo in scena la protesta delle luci – a migliaia hanno acceso e spento le luci nei loro appartamenti – mentre nelle strade manifestanti sbattevano pentole una contro l’altra o suonavano i clacson delle loro auto in segno di opposizione al governo e alla repressione e in solidarietà con i manifestanti.
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