“Manifestanti e polizia saranno ancora una volta oggi faccia a faccia a San Paolo e per lo meno in altre tre capitali del paese, Rio, Brasília e Belo Horizonte” titola in prima pagina il quotidiano O Globo, riferendo di nuove proteste organizzate in giornata contro l’aumento del costo del biglietto dei trasporti pubblici e i milionari investimenti statali per i grandi eventi sportivi, inclusa la Coppa delle Confederazioni cominciata sabato scorso. Per la prima volta da settimane le proteste hanno ricevuto un po’ di attenzione, vista l’enorme presenza di mezzi di comunicazione stranieri che stanno seguendo la competizione sportiva e il fatto che alcune delle manifestazioni sono state intelligentemente organizzate proprio a due passi dagli stadi.
Negli ultimi giorni, facendo ampio uso dei manganelli, dei gas lacrimogeni, degli spray urticanti e dei proiettili di gomma, la polizia militare in assetto antisommossa ha disperso violentemente migliaia, a volte decine di migliaia di dimostranti – in particolare studenti e giovani precari – scesi in piazza principalmente a San Paolo e a Rio, ma anche in altre città: ieri scontri si sono registrati durante la partita Italia-Messico, quando 3000 persone si sono radunate di fronte allo stadio Maracaná – recentemente rinnovato con una spesa di ben 600 milioni di dollari – gridando slogan del tipo “La Coppa non ci importa, vogliamo salute e istruzione” o “Il Maracaná è nostro”.
Venerdì scorso invece, guidate dal Movimento dos Trabalhadores Sem-Teto (Movimento Lavoratori Senza Casa), circa 800 persone avevano protestato davanti allo stadio Mané Garrincha, bruciando alcuni pneumatici, per protestare contro la Terracap (Compagnia Immobiliare di Brasilia), che ha venduto una gran quantità di terreni pubblici ai privati per finanziare la costruzione del nuovo stadio della capitale federale. Ricevuti da Antonio Carlos Lins, presidente della Terracap, alcuni manifestanti hanno sollecitato la costruzione di 150.000 abitazioni e la promessa che il Mane Garrincha non finirà nelle mani dei privati visto quanto è costata alle casse pubbliche la sua ristrutturazione. Per finanziare il nuovo stadio, dal 2012, più di 200 lotti sono stati venduti, soprattutto nelle città satellite. «Ogni volta che MTST occupa un terreno, Terracap dice di non avere soldi per costruire case, ma riesce a costruire il Mane Garrincha» hanno denunciato i dimostranti. «Lo scopo della nostra protesta è ottenere che il denaro vada a chi ne ha effettivamente bisogno. La Copa non è per i brasiliani, vi partecipa solo una minoranza privilegiata. Noi, della classi basse, non avremo accesso. Quindi sicuramente la Copa non sarà nostra», ha detto Edenilson Paraná, uno dei portavoce del MTST.
“Non siamo qui per 20 centesimi di aumento del biglietto del bus, questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La Coppa è per chi viene da fuori, per i brasiliani non c’è nulla” ha detto invece una manifestante ai giornalisti a proposito del motivo scatenante delle prime proteste, cioè la decisione da parte di alcune amministrazioni di aumentare il prezzo dei mezzi di trasporto pubblico. A iniziare le proteste contro il governo della socialdemocratico Dilma Rousseff sono stati prima gli indigeni e i contadini – la riforma agraria e la protezione dell’Amazzonia dalle multinazionali sono rimaste grandi promesse incompiute – e poi sono arrivati i settori dei ceti medio-bassi i cui salari sempre più precari vengono letteralmente mangiati da un’inflazione galoppante.
Proteste analoghe a quelle di Rio de Janeiro si sono registrate anche sabato a Brasilia, il giorno dell’avvio della Coppa, con la nazionale impegnata contro il Giappone. Le proteste degli ultimi giorni hanno innescato su Internet un ampio dibattito, sfociato anche nella stesura di una sorta di manuale per proteggersi dalla polizia. Indispensabile viene considerato l’aceto, per attenuare gli effetti dei gas lacrimogeni e degli spray al peperoncino usati dagli agenti, insieme a una telecamera per documentare e a scarpe sportive per scappare dai manganelli.
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mogol_gr
Gezi Park Conf Cup come se volessero esorcizzare l’occasione gli ennesimi caciottaros controproducenti il berlusconinismo ha devastato giovani e meno giovani (meglio in Egitto ottimale in Albania).