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Sciopero generale. Il governo turco: “illegale, lo reprimeremo”

Gli aggiornamenti

23.00 – Mentre la situazione si è relativamente tranquillizzata a Istanbul la polizia ha attaccato più volte e duramente i lavoratori e i giovani che tentavano di concentrarsi nel parco Kizilay e in altri punti del centro di Ankara.

21.00 – Ancora marce notturne contro il governo in numerose città, mentre da poco sono iniziate le proteste delle luci – accese e spente in maniera frenetica negli appartamenti – delle pentole sbattute le une contro le altre o dei clacson. Modi in cui la popolazione dei quartieri popolari di Istanbul così come di altre città esprimere la propria contrarietà al governo e alla repressione selvaggia scatenata contro i manifestanti.

20.00 – Mentre scontri sono in corso in alcune zone di Istanbul, manifestazioni di protesta contro il governo si stanno tenendo nel centro di Ankara, di Çanakkale, di Eskisehir e Kocaeli. A Izmir oggi una grande manifestazione di lavoratori e giovani ha sfilato nella terza città del paese senza che si verificassero scontri. Sotto la foto:

18.55 – Scontri anche a Sisli, a nord di Taksim, dove la Gendarmeria (la Polizia militare) ha attaccato di nuovo i manifestanti.

18.45 – Nonostante il fermo della metropolitana e i posti di blocco della polizia in vari punti alla manifestazione in via Istiklal continuano ad arrivare lavoratori, giovani e attivisti, al grido di ‘Taksim dappertutto, Resistenza dappertutto’.

18.30 – Testimoni oculari hanno denunciato che dopo che la polizia ha attaccato gli scioperanti a Rumeli a dare manforte agli agenti sono arrivati una ventina di persone in abiti civili che hanno picchiato alcuni manifestanti al grido di “Chi tocca i nostri poliziotti si romperà le mani”…

18.10 – In diversi punti di Istiklal Caddesi la folla canta slogan a pochi metri dai cordoni di polizia, in particolare davanti alla sede del Consolato Francese.

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18.00 –
La linea della metropolitana che attraversa il centro di Istanbul è stata improvvisamente chiusa in molte stazioni, per evitare che i manifestanti già in strada vengano raggiunti dai lavoratori o dai giovani che non hanno potuto aderire allo sciopero ma che erano intenzionati a raggiungere le proteste dopo le lezioni o il lavoro.

17.50 – Cariche della polizia anche contro il corteo dei lavoratori nel quartiere di Pangalti. Sempre la stessa scena: idranti, gas lacrimogeni, granate stordenti. E se non basta proiettili di gomma e spray al peperoncino…

17.35 – La polizia ha caricato violentemente migliaia di manifestanti che sul viale Istiklal lanciavano slogan contro il governo e la repressione, all’altezza del Consolato Francese. I dimostranti hanno indietreggiato ma poi si sono riuniti di nuovo ed hanno ripreso a marciare verso Taksim. Altri cortei sono arrivati nel frattempo ad ingrossare la manifestazione principale. La gente grida ‘Taksim è nostra, Istanbul è nostra”. 

17.30 – Violenta carica della polizia contro un corteo di manifestanti nel quartiere di Osmanbey, dove stamattina le autorità avevano chiuso la locale stazione della metropolitana.

17.25 – Anche nel quartiere di Pangalti il corteo dei sindacati è stato bloccato dai cordoni della Polizia.

17.20 –
Un imponente cordone di poliziotti in tenuta antisommossa e di Toma forniti di idranti sbarrano la strada a Piazza Taksim.

17.00 – La folla di lavoratori e giovani è aumentata man mano che nei punti di concentramento a nord e sud di Taksim arrivavano i cortei provenienti dagli altri quartieri. Dopo alcune conferenze stampa e interventi dei vari portavoce delle sigle promotrici dello sciopero generale, migliaia di persone sono riuscite ad imboccare da sud Istiklal Caddesi, il lungo viale che conduce a Piazza Taksim, cantando slogan contro il governo, contro la repressione, contro le politiche economiche liberiste.

16.45 – Il Partito repubblicano del Popolo (CHP, nazionalisti repubblicani) all’opposizione in Turchia ha diffuso alcune cifre che danno l’idea della violenta repressione delle forze dell’ordine contro i manifestanti antigovernativi. In due settimana di proteste la polizia avrebbe sparato circa 150mila capsule di gas lacrimogeni e 3mila tonnellate di acqua a pressione dagli idranti. Il partito assicura che i dati provengono da fonti di polizia e denuncia “gli attacchi indiscriminati contro donne, giovani, anziani e disabili”. I dati sono più gravi alla luce del fatto che si riferiscono alla repressione precedente al 15 giugno, prima cioè dello sgombero violento di piazza Taksim e del parco Gezi.

16.40 – Oltre a Istanbul e Ankara, manifestazioni dei sindacati per lo sciopero generale sono in corso a Adana, Manisa, Antalya, Samsun, Balıkesir, Çorum, Gaziantep, Kocaeli, İstanbul, Izmir.

16.35 – Così come nel quartiere più a nord di Sisli, a Karakoy i cordoni di polizia rinforzati da barriere e blindati non permettono ai lavoratori di muoversi verso Piazza Taksim. I lavoratori gridano slogan contro la polizia e la dittatura.

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16.30 – In alcune strade del centro di Istanbul le persone che lavorano in alcuni negozi sono usciti in strada e gridano “La ragione è nostra, vinceremo”.

16.20 – Sono molte migliaia i lavoratori del settore pubblico e gli operai che insieme alle attiviste dei collettivi femministi e di altre organizzazioni popolari, si sono riuniti all’altezza del Tunnel a Karakoy per poi tentare di marciare verso Taksim. La gente alle finestre delle case di tutto il centro di Istanbul grida slogan e batte le pentole sulle ringhiere per fare rumore in segno di solidarietà con lo sciopero generale.

16.00 – Migliaia di lavoratori stanno manciando in vari cortei in diversi quartieri del centro di Istanbul, controllati a vista da un enorme dispiegamento di poliziotti in assetto antisommossa.

15.41 – Molte migliaia di lavoratori si sono radunati davanti alle sedi del sindacati DISK a Istanbul, nel quartiere di Sisli, e all’altezza del Tünel nel quartiere di Karaköy, verso il Corno d’Oro. Ad Ankara i sindacati stanno iniziando un’altra manifestazione di protesta dopo quella di questa mattina.

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15.50 – Secondo l’Associazione degli Avvocati Turchi gli arresti effettuati dalla polizia ieri ad Ankara sarebbero 116 se non 56 come sembrava in un primo momento. Molte le persone arrestate durante l’assalto della polizia al corteo funebre di Ethem Sarisülük, vietato dalle autorità in quanto ritenuto una ‘manifestazione politica non autorizzata’.

15.30 – L’attivista dei collettivi studenteschi di Ankara Dilan Dursun, ferita gravemente ieri alla testa da un lacrimogeno sparato dalla polizia e operata ieri, è ancora in terapia intensiva e in gravi condizioni.

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14.30 – Il noto regista turco-tedesco Fatih Akin ha rivolto un appello al presidente della Repubblica di Turchia, Abdullah Gul, chiedendogli di mettere fine all’uso eccessivo della violenza da parte della polizia contro i manifestanti di Gezi Park. “Mi rivolgo a tutti quelli che hanno una coscienza – ha scritto Akin in una lettera aperta a Gul, pubblicata sul quotidiano tedesco Hamburger Morgenpost – affinché fermino questa violenza”. Il regista de ‘La sposa turca’, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino del 2004, ha quindi elencato una serie di episodi avvenuti in questi giorni in Turchia, dall’uso di gas urticanti all’arresto di medici che curavano i manifestanti, al caso di un 14enne con un’emorragia cerebrale causata da una spoletta di gas lacrimogeno lanciata dagli agenti. “La polizia interviene con tonnellate di gas lacrimogeno, con idranti, con pallottole di gomma in modo indiscriminato”. “Solo 10 anni fa, lei e il suo partito – scrive Akin a Gul – combattevante per i diritti e le libertà fondamentali. Non dovreste essere voi, quindi, a capire al meglio questa societa’? Non voglio pensare che abbiate rimosso la maglia della coscienza quando avete indossato quella del governo, come hanno fatto altri”.

14.15 –
Mentre ad Istanbul, nonostante le minacce da parte del governo di ricorrere anche all’esercito contro i manifestanti, i sindacati mantengono l’appuntamento per un grande corteo diretto a Taksim, ad Ankara gli appuntamenti per il pomeriggio sera sono due: alle 19.00 al Güven Park e alle 21.00 in Viale Kennedy.

14.05 – Per ordine della polizia è stata chiusa poco fa la stazione della metropolitana di Osmanbey, nel centro di Istanbul. 

13.55 – E’ terminato senza incidenti, e al grido di ‘La Resistenza Continua!”, il presidio di massa organizzato dai sindacati turchi di sinistra e dalle associazioni professionali progressiste nel centro di Ankara nonostante la tensione generata dalla forte presenza di polizia e dalle continue minacce di sgombero. Prima della conclusione, il portavoce del sindacato Disk Kani Beko aveva chiesto ai partecipanti di rispettare un minuto di silenzio per ricordare coloro che sono stati uccisi dalla repressione della polizia durante la resistenza delle ultime settimane. 

13.40 – Dichiarazioni minacciose, questa volta da parte del vicepremier turco Bulent Arinc. “Quel che ci viene richiesto è di intervenire se c’è una protesta contro la legge. C’è la polizia, se non basta c’è la gendarmeria, se non basta c’è il Tsk”, cioè l’esercito turco, ha detto Arinc in un’intervista televisiva. La polizia “userà tutta l’autorità di cui dispone. Nessuno deve lamentarsi della polizia” ha detto Arinc al canale televisivo Haber, sostenendo che chi critica la polizia è chi vandalizza le città. “Le dimostrazioni sono uscite dall’ambito della protesta per Gezi. Sono uscite dall’ambito della legalità. Non possono continuare nelle strade, nei quartieri. Saranno immediatamente represse e i responsabili saranno processati. Penso che le proteste innocenti cominciate 20 giorni fa siano completamente terminate” ha detto Arinc.

13.00 – La polizia turca ha bloccato nel centro di Ankara una manifestazione con almeno mille militanti dei sindacati Kesk e Disk in sciopero. I reparti antisommossa, appoggiati da blindati e cannoni ad acqua, impediscono ai manifestanti di avvicinarsi a piazza Kizilay.

12.50 – Imponente schieramento di polizia a pochi metri dai lavoratori riuniti nel centro di Ankara che hanno rifiutato di sciogliere la manifestazione e cantano, saltando, lo slogan “Chi non salta è Tayyip”. Un dirigente del sindacato Kesk legge ad alta voce il comunicato di proclamazione dello sciopero.

12.30 – Migliaia di lavoratori di diversi settori – amministrazione pubblica, università, scuole, ospedali, poste – insieme ad attivisti di associazioni e partiti democratici e di sinistra stanno manifestando in piazza Kolej ad Ankara contro il governo nell’ambito dello sciopero generale di oggi.

12.20I poliziotti perdono le staffe: https://www.youtube.com/watch?v=-8YbYbX4tPE

12.00 –  Il ministero turco degli Interni e quello della Giustizia stanno lavorando a una nuova legge che permetterà di indagare su chi pubblica “provocazioni” o “notizie false” sui social network e, in generale, sul Web e di metterlo sotto processo. Lo ha annunciato il ministro degli Interni, Muammer Guler, spiegando ai giornalisti ad Ankara che, in merito alle proteste antigovernative in corso nel paese, sono state pubblicate negli ultimi giorni su Twitter e sugli altri social media molte “informazioni false e piene di provocazioni” e questo ha reso necessario un intervento del governo. 

11.25 –
 I sindacati chiamano i loro aderenti ad Istanbul a partecipare ad un corteo fino a piazza Taksim, a partire dalle ore 16.

11.15 – Migliaia di lavoratori del settore pubblico e di medici stanno sfilando dai loro posti di lavoro e dagli ospedali verso Piazza Kolej ad Ankara dove è stato fissato il concentramento.

11.00 – “Come organizzazioni del lavoro e associazioni professionali della Turchia da sempre al fianco della lotta del popolo turco per i suoi diritti, la giustizia, la libertà e la democrazia, pensiamo sia nostro dovere oggi assumerci il compito di fermare l’aggressione del governo dell’AKP e la sua trasformazione in un regime dispotico. Per tutte queste ragioni, il 17 Giugno i nostri membri esprimeranno la loro opposizione a tale aggressione nei loro luoghi di lavoro e nei servizi e marceranno nelle piazze centrali delle loro città”. 

DİSK (Confederazione dei Sindacati Rivoluzionari della Turchia)
KESK (Confederazione dei Sindacati dei Lavoratori del Settore Pubblico)
TMMOB (Unione delle Camere degli Ingegneri e degli Architetti Turchi)
TTB (Associazione dei Medici Turchi)
TDB (Associazione dei Dentisti Turchi)

Il governo contro i sindacati: “sciopero illegale”

“C’é un tentativo di portare la gente in strada attraverso proteste illegali come uno sciopero (…) Voglio precisare che non sarà permesso”. La linea del governo Erdogan non cambia, neanche contro i lavoratori dei due principali sindacati di sinistra del paese – il Kesk e i il Disk – che oggi insieme ad alcune associazioni di categoria degli ingegneri, dei medici, degli avvocati, degli architetti e dei dentisti sono scesi in sciopero in tutto il paese. 
A minacciare i lavoratori ci ha pensato questa mattina il ministro dell’Interno turco, Muammer Guler, che ha definito illegale lo sciopero generale già in corso promettendo repressione. “Le forze dell’ordine non lo permetteranno” ha detto Guler durante un intervento ad Ankara.

Nonostante qualche segnale teoricamente distensivo arrivato alle prime luci dell’alba – la polizia turca ha tolto il divieto di accedere a piazza Taksim, a Istanbul, epicentro delle proteste anti-governative – le minacce del governo contro i lavoratori si sono già tramutate in realtà. Alle prime ore di oggi le forze di sicurezza hanno usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua contro i manifestanti riuniti ad Ankara e bloccato migliaia di attivisti dei sindacati che a Istanbul tentavano di raggiungere il centro della città. Scontri si sono già verificati stamattina in diversi quartieri della metropoli sul Bosforo. Gli attivisti dell’opposizione hanno denunciato che la polizia è di nuovo intervenuta con cannoni ad acqua e lacrimogeni contro un ospedale vicino a piazza Taksim dove i manifestanti si erano rifugiati. Gli scontri sono iniziati durante la notte e non si sono mai fermati finora nella città di Eskişehir, dove si segnalano numerosi arresti e feriti.

Ma i sindacati hanno confermato lo sciopero generale dichiarato contro il governo e la repressione, il secondo da quanto le forze di sicurezza hanno cominciato a reprimere brutalmente le proteste di piazza pacifiche.

“La nostra richiesta è che la violenza della polizia cessi immediatamente” ha detto alla France Presse Baki Cinar, il portavoce del KESK, sigla che rappresenta alcune centinaia di migliaia di lavoratori che stanno già paralizzando scuole, ospedali e uffici pubblici in tutto il Paese. ”Il governo dell’Akp ha lanciato un’offensiva contro la nazione, che rifiuta di abbandonare i suoi diritti e la sua libertà portando avanti una resistenza continua” recita il comunicato congiunto diffuso ieri sera dai cinque sindacati che aderiscono allo sciopero generale. Oltre al Disk e al Kesk, hanno aderito il Sindacato dei medici turchi (Ttb), quello degli ingegneri e degli architetti (Tmmob) e quello dei dentisti (Tdhb). Così come altre associazioni ‘professionali’, seppur non formalmente. I sindacati hanno chiesto tolleranza e sostegno alla popolazione nelle piazze per una ”Turchia più giusta, egualitaria, libera e democratica”. ”I membri del Kesk andranno al lavoro, leggeranno un comunicato e poi scenderanno in piazza” aveva avvisato ieri il segretario generale del Kesk Ismail Hakkı Tombul. 

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