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Atene: il ‘Vendola greco’ lascia il governo. Forse

Il partito greco Dimar (Sinistra Democratica), fondato e guidato da quello che potremmo definire il ‘Vendola ellenico’, Fotis Kouvelis, ha deciso di lasciare la coalizione di governo, finora formato assieme al centrodestra di Nea Dimokratia e ai socialisti del Pasok, in polemica con la gestione della vicenda della TV pubblica ERT, chiusa d’imperio dal premier Antonis Samaras dieci giorni fa. “Dopo la decisione del mio partito di lasciare la coalizione, oggi presenterò le mie dimissioni”, ha informato il Ministro per la Riforma Amministrativa, Antonis Manitakis. 

La riunione di questa mattina della direzione di Dimar sarebbe stata assai tempestosa, in quanto non tutti i suoi membri erano d’accordo con Kouvelis sulla necessità di abbandonare la coalizione di governo. In particolare il segretario avrebbe difeso improvvisamente la riapertura immediata della tv pubblica Ert come condizione per rimanere in maggioranza, mentre i suoi compagni di partito sarebbero stati assai più morbidi. Già ieri sera, prima della riunione degli organi direttivi del partito, il deputato di Dimar Grigoris Psarianos aveva accusato Kouvelis di essersi presentato all’incontro con la direzione del Partito Socialista sostenendo ”una posizione diversa da quella indicata dal partito”. “La creazione di una nuova radiotelevisione greca deve avvenire con l’Ert aperta, e in presenza di tutti i dipendenti del gruppo. L’interruzione violenta delle frequenze di Ert è un problema di legittimità democratica”, ha spiegato ieri sera Kouvelis.

Non è ancora chiara la posizione assunta dal partito nato dalla confluenza di alcuni transfughi di sinistra del Pasok e di pezzi della destra di Syriza (Sinistra Radicale). Kouvelis avrebbe infatti ventilato l’ipotesi di ritirare dal governo i ministri che appartengono al suo partito ma non l’appoggio della sua formazione politica alla maggioranza.

Nel caso invece il piccolo partito di centrosinistra decidesse davvero di ritirare l’appoggio all’esecutivo in parlamento (non è ancora chiaro se lo farà), socialisti e conservatori avrebbero una maggioranza di appena tre seggi. Il premier Samaras procederà quasi certamente ad un rimpasto di governo durante il fine settimana. E’ quanto sostengono alcuni media greci, secondo i quali il presidente della Repubblica, Karolos Papoulias, ha annullato all’ultimo momento il viaggio previsto per l’isola di Lefkada dove doveva partecipare ai tradizionali festeggiamenti della Pentecoste.Anche l’arcivescovo ortodosso di Atene e di tutta laGrecia, Ieronymos, la massima autorità religiosa ellenica, sarebbe stato pregato da responsabili del governo di non allontanarsi dalla capitale nel fine settimana. Ciò perché la presenza del capo dello Stato e dell’arcivescovo é necessaria per presenziare al giuramento dei nuovi ministri che saranno nominati dal premier.

Un appello al ”senso di responsabilità ”é venuto dal commissario Ue agli affari economici Olli Rehn che ha invitato Atene a “ritrovare la stabilità necessaria nell’attuale situazione politica per fare quelle riforme indispensabili affinché il programma di aiuti vada avanti”. Le minacce e le pressioni della troika sono destinate ad aumentare. Il Financial Times ha fatto trapelare la notizia che il Fmi sarebbe pronto a sospendere la sua quota dei previsti pagamenti allaGrecia entro fine luglio, se i leader dell’Eurozona non finanzieranno il ‘buco’ da 3-4 miliardi di euro che si é creato nel programma di salvataggio. Il ‘buco’ sui 172 miliardi complessivi di aiuti si é creato dopo che le banche centrali dell’Eurozona non hanno voluto rinnovare i titoli di Stato in portafoglio giunti a scadenza. Da parte sua il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha dichiarato che ”non c’é nessun ‘buco’ finanziario nel piano di aiuti alla Grecia, che é coperto per un altro anno, ma é importante che la troika concluda la sua valutazione dell’andamento del programma di aiuti entro i primi di luglio, per sbloccare le nuove tranche di aiuti come previsto”.

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