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La polizia attacca di nuovo piazza Taksim

A una settimana esatta dalla “riconquista” con la forza di Piazza Taksim e Gezi Park da parte della polizia, decine di migliaia di manifestanti sono tornati questo pomeriggio sulla piazza simbolo della rivolta contro Erdogan, le sue politiche e la sua repressione. Portando garofani rossi, per ricordare e commemorare le vittime della rivolta.  E per chiedere il rilascio delle centinaia di dimostranti che si trovano ancora agli arresti. 
La polizia, presente in forze nella piazza e nelle vie adiacenti, ha impedito l’accesso dei manifestanti a Gezi Park, e quando la piazza si era riempita li ha violentemente attaccati usando i cannoni ad acqua e dosi massicce di lacrimogeni per disperderli, spingendoli verso la vicina Istiklal che si è riempita di un enorme corteo in fuga dai blindati e dai manganelli. La polizia ha continuato a inseguire i manifestanti anche nelle vie laterali e nelle parallele di Istiklal e ne sono nati scontri episodici durati fino alle 2 di notte.
La manifestazione era stata fino a quel momento del tutto pacifica: i giovani avevano lanciato garofani rossi verso gli agenti gridando ‘Polizia non tradire il tuo popolo’ e in serata da Piazza Taksim e nelle strade del centro era iniziato un ‘concerto’ di protesta di migliaia di pentole e clacson contro il governo. I manifestanti hanno issato striscioni con slogan come “Taksim é dovunque” o “Solidarietà per Taksim” finché dai comandi dei reparti antisommossa non è arrivato l’ordine di disperdere la manifestazione ‘non autorizzata’.

Clacson e cacerolazos sono entrati in azione anche nella capitale, Ankara.
Secondo Hurriyet la polizia ha chiesto al ministero dell’educazione che fornisca i nomi degli insegnanti che hanno partecipato alle manifestazioni delle ultime settimane.
Restano intanto tesi i rapporti fra Ankara e l’Ue, in attesa della decisione che lunedi i 27 dovrebbero prendere su un possibile rinvio dell’apertura di un nuovo capitolo negoziale, in teoria prevista per giovedi.
Dopo le proteste anti-Erdogan e la dura repressione decisa dal governo, Germania e Olanda hanno proposto di rinviare l’avvio del nuovo negoziato. Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle, che ha visto questo pomeriggio a Doha a margine della riunione degli Amici della Siria il collega turco Ahmet Davutoglu, ha proposto che venga aperto piuttosto con la Turchia un capitolo ‘democrazie e diritti umani’.

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