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Spagna: è ancora ‘marea blanca’

I numeri non sono stati quelli dei mesi scorsi, quando a centinaia di migliaia avevano invaso le strade del centro di Madrid, di Barcellona e delle altre grandi città dello Stato Spagnolo. Ma a distanza di molti mesi dall’inizio della mobilitazione contro i ‘recortes’ del Partito Popolare dettati da Bruxelles e Francoforte la protesta non si ferma e questo è significativo. Il governo di destra spagnolo ha approvato una riforma del settore che dovrebbe far risparmiare 7 miliardi di euro all’anno ma che condanna alla chiusura o alla svendita ai privati decine di strutture sanitarie, in particolare nella capitale. Nell’ambito della sua politica di cosiddetto ‘rigore’ l’esecutivo del PP ha anche approvato nel 2012 una norma in base alla quale gli immigrati non in regola con i documenti di soggiorno sono privati a partire dal prossimo settembre della tessera che dà accesso alle cure gratuite, ad eccezione dei casi gravi, delle donne incinte e dei bambini.

A Madrid migliaia di manifestanti, molti medici e infermieri in camice bianco, hanno sfilato dietro un grande striscione che chiedeva di preservare la ”sanità pubblica e universale al 100%”. Il corteo nella capitale è partito a mezzogiorno da Puerta del Sol, al grido di ‘Riforma sanitaria, riforma funeraria’, sfilando poi fino alla Puerta de Alcalà. La protesta si è indirizzata contro la sede del governo regionale con lo slogan”Per un milione di ragioni. No alla privatizzazione della sanità pubblica”, alludendo al milione di ‘no’ raccolti contro le politiche governative nel corso di un referendum popolare autogestito realizzato dal 5 al 10 maggio scorso.

Venerdì scorso un giudice ha ammesso una denuncia presentata dall’associazione di medici Afem contro i responsabili della Sanità della Comunità di Madrid accusati di prevaricazione, frode e malversazione in merito alla privatizzazione e all’esternalizzazione di ospedali e servizi sanitari vari decisi dal governo locale del Partito Popolare. La associazione PATUSALUD (Piattaforma Assembleare dei Lavoratori e degli Utenti della Sanità) in un comunicato ha denunciato che “numerosi governi regionali” hanno l’intenzione di trasformare il sistema sanitario nazionale “in un modello in cui gli utenti diventeranno clienti, mercantilizzando così il servizio dell’assistenza sanitaria e travasando una parte importante delle tasse pagate dai cittadini verso imprese private con fine di lucro”. In particolare l’associazione punta il dito contro imprese del settore quali Ribera Salud, Sanitas e HIMA San Pablo, di Porto Rico (protettorato USA) che hanno ricevuto in gestione ben sei ex ospedali pubblici di Madrid. Presto, hanno denunciato gli organizzatori della manifestazione di Madrid, le uniche strutture sanitarie di qualità saranno a pagamento, mentre al sistema pubblico resteranno servizi che garantiranno solo le cure essenziali all’interno di una rete dedita più alla beneficienza che alla prevenzione e alla cura, come avviene da sempre negli Stati Uniti. Negli interventi dei vari rappresentanti dei lavoratori e degli utenti, in molti hanno espresso la loro solidarietà con gli attivisti e i sanitari arrestati la scorsa settimana dalla polizia dopo che avevano occupato la clinica Federica Montseny nel quartiere madrileno di Vallecas. Durante il corteo un gruppo di estremisti di destra aveva tentato di intrufolarsi all’interno della manifestazione ma è stato prontamente isolato e cacciato dal resto dei manifestanti. (guarda il video: http://a.yfrog.com/img547/5527/40zkqlcjkinwebturannzf.mp4).

Altre migliaia di lavoratori e di attivisti dei coordinamenti formati dagli utenti sono scesi in piazza anche a Cuenca, Zaragoza, Gran Canaria, Albacete, Murcia, La Rioja, Tenerife e altre località. Nel capoluogo aragonese – Zaragoza – oltre a manifestare contro i tagli alla sanità attivisti e sindacalisti hanno anche espresso la loro solidarietà ai lavoratori delle ditte di pulizia oggetto di licenziamento.

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