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Egitto: islamisti in piazza, scontri

Gli aggiornamenti

18.45 – I Fratelli Musulmani sono pronti a cercare un’intesa con l’esercito se Mohamed Morsi tornera’ al suo posto da presidente. Lo ha detto la guida suprema Mohamed Badie parlando alla folla che manifesta a Nasr City al Cairo in favore di Morsi. “I manifestanti – ha aggiunto – sono più forti dei blindati”. E ancora: “Milioni di sostenitori (del presidente egiziano Mohamed Morsi, ndr) rimarranno in piazza fino al suo ritorno”.

18.30
– Il leader dei Fratelli Musulmani, Mohamed Badie, di cui ieri era stato annunciato l’arresto insieme ad altri esponenti della formazione, é libero tanto da essere apparso sul palco ad una manifestazione dei sostenitori del presidente deposto. Badie é apparso sul palco per incitare alla resistenza i sostenitori alla manifestazione davanti alla moschea di Rabaa nel quartiere di Nasr City al Cairo, roccaforte dei filo-Morsi. Ieri erano state le forze di sicurezza ad annunciare il suo arreso a Masra Mahrouth, città costiere vicino al confine con la Libia. 

18.25
– Un video pubblicato su YouTube e rilanciato dal sito dei Fratelli Musulmani egiziani mostra quello che, secondo il sito, e’ il “primo martire” delle proteste di oggi a favore del presidente deposto Mohamed Morsi. Nel video si vede un giovane sganciarsi da un gruppo di manifestanti al Cairo e dirigersi verso una barricata di filo spinato, dietro la quale si vedono alcuni militari. Avvicinatosi alla barricata, il giovane viene raggiunto da un colpo di pistola alla testa e cade senza vita sull’asfalto. Smentendo la notizia dell’uccisione di tre manifestanti, le Forze armate egiziane hanno assicurato di aver sparato solo colpi a salve e di aver usato lacrimogeni. 

18.20
–  Con la sua prima dichiarazione costituzionale, il presidente egiziano ad interim Adly Mansour – imposto dai militari – ha sciolto il Consiglio della Shura, la camera alta del parlamento del Cairo. Mansour ha anche nominato il nuovo capo del servizio di intelligence, Mohamed Farid al-Tuhami, che prenderà il posto di Mohamed Raafat Shehata, nominato consigliere del presidente per la sicurezza. 

18.00
– Il Ministero degli Esteri egiziano ha “profondamente deplorato” la sospensione dell’Egitto dall’alleanza regionale approvata oggi dall’Unione Africana due giorni dopo il colpo di Stato militare che ha deposto il presidente Mohammed Morsi.

17.40 – Un corteo di sostenitori di Mohamed Morsi si sta dirigendo verso il quartier generale della Guardia Repubblica al Cairo. La folla é partita dalla zona del raduno dei sostenitori del movimento nei pressi dell’Università del Cairo, a Giza. 

17.30 – Una coalizione anti-Morsi ha invitato gli egiziani a “mobilitarsi nelle piazze e nelle strade” per “sostenere la rivoluzione del 30 giugno”. L’appello é stato lanciato dal Fronte di Salvezza Nazionale, raggruppamento di attivisti liberali e di centro-sinistra.

17.20
– Il Ministero dell’Interno del Cairo e l’Esercito continuano a smentire le notizie di morti negli scontri al Cairo confermati invece dal sito dei Fratelli Musulmani che riferisce di “quattro martiri”, mentre l’agenzia France Presse parla di tre morti. 

16.40 – Le autorità egiziane negano le notizie di vittime durante gli scontri al Cairo di oggi davanti al quartier generale della Guardia Repubblicana dove si ritiene che Mohamed Morsi, destituito due giorni fa dall’Esercito con un colpo di stato, sia trattenuto agli arresti. La tv satellitare al-Jazeera aveva parlato di tre persone morte durante una sparatoria davanti alla sede del corpo d’elite dell’esercito egiziano. Anche il sito web dei Fratelli Musulmani parlava di alcune vittime, un morto sicuramente. Un militante islamista é morto all’alba a Luxor, nel sud dell’Egitto, in scontri tra musulmani e cristiani. 

14.20
– Una dichiarazione della Fratellanza Musulmana letta dai sostenitori nei pressi della moschea ha confermato “il rifiuto completo del colpo di stato militare contro un presidente eletto e contro la volonta’ della nazione”; e ha annunciato il rifiuto “a collaborare con le autorità illegittime”. Decine di migliaia di egiziani sono attesi alla moschea e potrebbero marciare fino al vicino ministero della Difesa; sul posto é apparso anche uno dei membri più autorevoli del movimento, Mohamed Beltagy, uno dei pochi che non é stato arrestato dai golpisti.

13.00 – Lo spazio aereo del Cairo é stato riaperto dopo una chiusura di 40 minuti per consentire esercitazioni dell’aeronautica militare. Le fonti non hanno saputo indicare se la chiusura dello spazio aereo sia stata da legare all’attacco sferrato questa mattina contro l’aeroporto di el Arish nel Sinai. Secondo il presidente degli aeroporti egiziani Gad el Karim Nasr l’attacco é durato una quarantina di minuti e sono ora in corso verifiche per valutare i danni provocati.

12.55 – Stato di massima allerta nei siti delle forze di sicurezza egiziane nelle province del Sud Sinai e Suez dopo le minacce che -secondo indiscrezioni di stampa- sarebbero arrivate nelle ultime ore, in seguito alla serie di attacchi nel Sinai in cui nella notte é rimasto ucciso un soldato. Il generale Osama Askar, citato dal sito web del giornale al-Ahram, ha annunciato che é stato innalzato al livello massimo lo stato di allerta nelle basi del Sinai e di Suez. In precedenza l’edizione online del quotidiano Al-Masry Al-Youm aveva riferito di una ”segnalazione anonima” arrivata ai militari contenente ”minacce” di nuovi attacchi se ”entro le 12” di oggi l’Esercito non si ritirera’ dal Sinai.

12.50 – C’é una massiccia presenza di militari nella zona del Cairo in cui é prevista la manifestazione a favore del deposto presidente egiziano, Mohamed Morsi. Le truppe sono presenti in forze all’esterno della moschea Rabia al-Adawiya, nel quartiere di Nasr City. L’area, in cui si sono accampate migliaia di persone, é circondata da veicoli militari.

Un venerdì di manifestazioni contrapposte

Riunite nel ”Fronte nazionale di difesa della legittimità”, le principali forze islamiche hanno chiesto ai loro sostenitori di manifestare ”pacificamente” per un ”Venerdì del rifiuto” contro il colpo di stato militare.
Dopo due giorni dal colpo di Stato militare che ha portato alla destituzione e all’arresto del presidente Morsi e dei dirigenti islamisti, oggi i Fratelli Musulmani stanno scendendo in piazza al Cairo e in altre città egiziane, al termine delle preghiere del venerdì, per protestare contro la sospensione della democrazia. Nella capitale la principale concentrazione di quelle che sono annunciate come “proteste pacifiche” è da poco iniziata nella piazza di Rabea al Adauiya, nel quartiere di Nasr City, dove gli islamisti si sono radunati anche nei giorni scorsi per difendere la legittimità di Morsi, scelto dalla popolazione nel voto di un anno fa. 
Anche le principali forze dell’opposizione a Morsi, riunite nella coalizione ‘Tamarod’, si stanno riunendo in piazza Tahrir per un ”Venerdì della difesa dei risultati della Rivoluzione”.
L’esercito ha ammonito il Paese dal rischio di precipitare in una “spirale di vendette”, precisando che non consentirà atti di violenza tra fazioni rivali. Nella nota si sottolinea che le forze armate garantiranno il diritto a manifestare pacificamente, ma non saranno tollerate forme di disobbedienza civile tali da “mettere a repentaglio la pace sociale”.
I recenti scontri in Egitto tra sostenitori e oppositori di Mohamed Morsi, poi deposto dall’Esercito, hanno fatto almeno 52 morti e 2.619 feriti, secondo l’ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute del Cairo. Negli scontri che hanno preceduto le manifestazioni del 30 giugno si sono contati tre morti a Daqahliya, due ad Alessandria, uno a Sharqiya e un altro a Port Said, oltre a 703 feriti. Il 30 giugno, poi, nove persone sono rimaste uccise al Cairo, otto delle quali davanti al quartier generale dei Fratelli Musulmani a Moqattam e una davanti al palazzo presidenziale di Ittahadiya, tre sono morte ad Assiut e una rispettivamente a Beni Suef, Alessandria, Kafr al-Sheikh e Fayoum. In tutto il Paese si sono contati ben 781 feriti. Martedì scorso è stata la giornata più sanguinosa: diciotto persone sono morte e 619 sono rimaste ferite nel quartiere di  Giza, al Cairo. Dopo il colpo di Stato, ci sono stati 11 morti e 516 feriti.

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