”Lei non ha più nulla a che fare con questa corte, è libero, può andare”: con queste parole il giudice ha posto fine ad uno dei processi più seguiti degli ultimi decenni di storia americana, per settimane visto da milioni di persone in diretta Tv.
E’ il processo a George Zimmerman, la guardia volontaria che il 26 febbraio 2012 a Sanford, in Florida, uccise con un colpo di pistola il diciassettenne afroamericano, Trayvon Martin. Trayvon era disarmato e Zimmerman – 29 anni, di origini ispaniche – ha sempre sostenuto di aver sparato per legittima difesa.
I giurati (sei donne) dopo 16 ore di camera di consiglio gli hanno dato ragione, dichiarandolo non colpevole. Assolto dunque da tutte le accuse: quella di omicidio preterintenzionale, per cui rischiava l’ergastolo, e quella di omicidio colposo, per cui rischiava da 10 a 30 anni di carcere. Zimmerman ha accolto la decisione impassibile.
Il padre e la madre di Trayvon, che hanno seguito quasi tutte le udienze del processo in aula, non erano invece presenti al momento della lettura del verdetto. Fuori la folla riunita per chiedere giustizia per il teenager afroamericano ha urlato la sua rabbia, gridando all’ingiustizia.
Il caso di Trayvon Martin ha diviso l’America e continuerà a farlo. In tantissimi hanno agitato lo spettro del movente razziale dietro la sua uccisione, inscenando proteste per settimane. In migliaia i giovani che si sono recati a Sanford, per manifestare la loro solidarietà alla famiglia di Trayvon. Tutti indossando una felpa col cappuccio calzato sulla testa, proprio come Trayvon la notte in cui fu ucciso.
Fu un’ondata di indignazione popolare accentuata dal fatto che all’inizio la polizia locale decise di non arrestare Zimmerman. Lo stesso Barack Obama, primo presidente afroamericano della storia, sentì la necessità di intervenire, chiedendo di appurare la verità sulla vicenda: ”Se avessi un figlio sarebbe come Trayvon”, aveva detto.
Ora Zimmerman è libero. Ma la decisione di assolverlo appare destinata ad avere strascichi per parecchio tempo. Sono infatti troppi i dubbi sul perché un ragazzo di colore che usciva da un negozio con in mano solo una bibita e un pacchetto di caramelle, diretto verso la casa di suo padre, fu inseguito e ucciso con un colpo di pistola. Dubbi, a essere gentili…
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa