“Siamo persone, non numeri”. E’ all’insegna di questo slogan che la Grecia é oggi paralizzata a causa dello sciopero generale di 24 ore indetto dai maggiori sindacati del Paese – Adedy e Gsee, che raggruppano rispettivamente i dipendenti del settore pubblico e di quello privato, e il comunista Pame – in segno di protesta contro il disegno di legge del governo che prevede tra l’altro il licenziamento di migliaia di dipendenti statali entro la fine del 2014 e la definizione dello stipendio base dei lavoratori del settore privato con una semplice decisione del ministro del Lavoro.
Il progetto di legge, che dovrebbe essere votato domani, prevede un piano di tagli e riorganizzazione che toccherà una gran parte dei 700mila funzionari pubblici del paese. Per rispondere alle richieste della Troika (Ue-Bce-Fmi), la Grecia deve tagliare entro la fine dell’anno 4mila posti di lavoro nel pubblico impiego e ridistribuire oltre 12.500 dipendenti. Il testo di legge in esame prevede una “riserva di mobilità” per 4.200 persone per otto mesi durante i quali percepiranno il 75% del loro salario; in caso di rifiuto di passaggio a un’altra amministrazione saranno licenziati. I primi ad essere interessati saranno i dipendenti del ministero dell’Educazione nazionale e i 3.500 poliziotti municipali. Dall’approvazione di questa legge, che prevede anche alcuni interventi di liberalizzazione nel settore privato, dipende la concessione di un’ulteriore tranche di cosiddetti ‘aiuti’ da parte dei creditori internazionali.
”Lottiamo – si legge in un comunicato congiunto dei sindacati – per l’attuazione delle misure che affronteranno il problema della disoccupazione, dell’austerità e dell’evasione fiscale. Rivendichiamo il cambiamento della politica dei licenziamenti, delle privatizzazioni e della svendita della proprietà pubblica e dei beni sociali”. Due grandi manifestazioni sono state convocate per oggi nella capitale. La prima per le 11 nella centralissima piazza Klathmonos, indetta da Adedy e Gsee, e la seconda dal Pame, il sindacato vicino al Partito comunista di Grecia (Kke) in piazza Omonia alle 10:30. I dipendenti degli enti locali in sciopero da giorni si sono dati appuntamento alle 10,30 in Piazza Karaiskaki. Per questa sera i sindacati e le organizzazioni sociali hanno dato appuntamento per una manifestazione in Piazza Syntagma, davanti al Parlamento, che dovrebbe trasformarsi – polizia permettendo – in un accampamento di protesta notturno.
A causa dello sciopero gli ospedali pubblici e i centri sanitari di tutta la Grecia funzioneranno oggi con il personale di emergenza, mentre la Federazione nazionale dei Lavoratori degli ospedali pubblici (Poedin) ha convocato per le ore 11 una manifestazione di protesta davanti alla propria sede. A fianco dei medici ospedalieri anche l’Ordine nazionale dei medici (Pis) secondo cui, si legge in un comunicato, ”il disegno di legge del governo distrugge i piccoli e medi studi medici per mezzo del drenaggio fiscale che vuole imporre”. I trasporti pubblici saranno fortemente influenzati dallo sciopero: resteranno fermi in particolare i treni interurbani e quelli suburbani. Ad Atene autobus e metro resteranno fermi dalle 6 alle 18. Si astengono dal lavoro, dalle 12 alle 16, anche i dipendenti dell’Aviazione civile.
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Daniele
In Grecia non esistono leggi anti sciopero votate da PDCGILCISLUIL e gli scioperi sono una cosa seria, ma, nonostante il governo fantoccio di Samaras, la Grecia è un po’ più democrazia che l’Italia e gli scioperi sono scioperi sul serio, come nel resto del mondo del resto (tranne l’anomalia italiana).