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Tunisia: assalti alle sedi islamiste e sciopero generale

Manifestazioni e assalti alle sedi del partito islamista, oggi sciopero generale contro le complicità tra Ennahda e i sicari che hanno assassinato prima Belaid e ora Brahmi.

Come era prevedibile, l’ennesimo omicidio politico ai danni dell’opposizione di sinistra tunisina ha riacceso manifestazioni e proteste in un paese già segnato dalla frontale contrapposizione tra islamisti e forze laiche e progressiste. Così come era avvenuto all’inizio di febbraio dopo l’omicidio, da parte di un commando, del dirigente comunista Chokri Belaid, anche ieri l’assassinio in circostanze analoghe di Mohamed Brahmi – deputato all’assemblea costituente e dirigente del movimento ‘Il popolo’ e fondatore di un nuovo movimento, “Corrente popolare” – ha scatenato la reazione di migliaia di persone che sono scese in piazza in diverse città. 

“E’ stato abbattuto davanti a casa sua mentre era con la figlia disabile. Gli assassini sono fuggiti in moto” ha denunciato Mohamed Nabki, leader del Fronte Popolare – coordinamento di forze di sinistra – al quale apparteneva Brahmi e del quale Belaid era dirigente. Secondo il referto medico scaturito dall’autopsia eseguita durante la notte il dirigente politico è stato colpito da ben 14 pallottole.
A migliaia hanno assediato il ministero degli interni di Tunisi, gridando “Abbasso il regime islamista, dimissioni!”, nonostante l’uso dei lacrimogeni e dei manganelli da parte della polizia agli ordine di Ennahda. Nella capitale, in serata, migliaia di manifestanti hanno poi affrontato la polizia (intervenuta di nuovo con i lacrimogeni) nella centralissima avenue Bourghiba, al grido di ”abbasso il partito dei Fratelli (musulmani)” e ”abbasso i torturatori del popolo”, mentre l’ira di alcuni si è rivolta contro una troupe della tv panaraba del Qatar, al-Jazira. 

In molte città i manifestanti, tra i quali molti militanti del Fronte Popolare, hanno bloccato le strade e fatto barricate con gli pneumatici incendiati.
Sedi del partito islamista sono state assaltate e date alla fiamme a Sidi Bouzid, nella vicina Meknassi ed in altre località tunisine. A Sfax, seconda città del paese, i dimostranti hanno attaccato la sede del governatorato e quella del municipio, entrambi controllati da Ennahda. A Monastir molti agenti delle forze di sicurezza si sono schierati con i manifestanti, ieri sera, quando centinaia di persone si sono dirette in corteo verso la sede del Governatorato, trovando la strada sbarrata da unità della Polizia, che però non solo non si sono opposti alla manifestazione, ma hanno partecipato loro stessi all’assalto al palazzo del Governatore.

In risposta all’omicidio di Brahmi il maggiore sindacato del paese, l’Ugtt – Unione Generale dei Lavoratori Tunisini – ha indetto per oggi uno sciopero generale politico di protesta contro il nuovo assassinio politico. Oggi, a causa dello sciopero generale, la compagnia di bandiera Tunisair ha cancellato tutti i voli in partenza e in arrivo. L’8 febbraio scorso, a due giorni dall’omicidio di Belaid compiuto da un commando anche in quel caso davanti alla sua abitazione, lo sciopero generale proclamato dall’Ugtt si era trasformato in una sollevazione popolare che aveva convinto l’allora premier di Ennahda a presentare le sue dimissioni. Oggi inoltre i partiti dell’opposizione terranno una riunione nella sede del Fronte Popolare per studiare una strategia comune di risposta all’assassinio di Brahmi, puntando il dito contro le complicità – o quantomeno la tolleranza – del governo del partito della Fratellanza Musulmana nei confronti delle bande salafite o dei miliziani della Lega per la Protezione della Rivoluzione autori dalla caduta nel 2011 del dittatore Ben Alì di una serie di aggressioni e omicidi politici che prendono di mira sindacalisti e leader dell’opposizione laica o di sinistra.
Il portavoce del Fronte popolare e segretario del Partito Comunista Operaio Tunisino, Hamma Hammami, e il presidente del Partito Repubblicano Ahmed Nejjb Chenni (figure storiche della sinistra in Tunisia) hanno fatto invece appello alla disobbedienza civile fino alla caduta del governo e allo scioglimento dell’Assemblea costituente. 

Oggi il presidente della Assemblea Costituente ha deciso la sospensione dei lavori in segno di lutto mentre i dirigenti del Fronte Popolare e la famiglia hanno fatto sapere che Brahmi verrà sepolto nel cimitero di Djellez, il principale di Tunisi, accanto alla tomba di Chokri Belaid. Il corteo funebre, secondo la tradizione musulmana, partirà dall’abitazione della vittima, per poi raggiungere Djellez, e si trasformerà in una grande manifestazione popolare.

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