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L’aguzzino Podlech ora chiede un risarcimento all’Italia

Arrestato per il suo ruolo di aguzzino durante la dittatura militare fascista di Augusto Pinochet in Cile negli anni ’70 e ’80, Podlech è stato assolto ed ora chiede un risarcimento a cinque zeri al Ministero del Tesoro italiano.

 

Cinquecentosedicimila euro a titolo di risarcimento danni per una “ingiusta” detenzione durata quasi tre anni prima che i giudici della Corte d’Assise di Roma lo assolvessero dalle accuse di strage aggravata, sequestro di persona a scopo di estorsione aggravata e omicidio plurimo aggravato. Accuse che ad Alfonso Oscar Michaud Podlech erano state contestate in quanto esponente della dittatura cilena di Augusto Pinochet e ritenuto responsabile di orrendi crimini.
Colpito da ordine di custodia cautelare internazionale il 19 ottobre 2006 emesso dalla magistratura italiana nell’ambito dell’indagine sui desaparecidos sudamericani e sul coordinamento tra le dittature di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay, Perù e Uruguay denominato ‘Piano Condor’, Podlech venne arrestato mentre era in transito a Madrid il 27 luglio del 2008 diretto a Praga. Il 13 agosto dello stesso anno fu estradato in Italia e recluso a Rebibbia. Da allora é rimasto in galera per 2 anni, 10 mesi e 25 giorni in regime di alta sorveglianza.
Ora l’uomo ha chiesto un consistente risarcimento al ministero del Tesoro di Roma. L’assoluzione, chiesta e ottenuta dai difensori Nicola Caricaterra e Stefano Zoccano in primo grado il 17 luglio 2011, é diventata ora infatti definitiva. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, che aveva sollecitato per l’imputato, nato in Cile, la condanna all’ergastolo, ha presentato in ritardo appello, respinto anche dalla Cassazione.
Nell’istanza presentata alla Corte d’Appello di Roma per sollecitare il pagamento del risarcimento danni, gli avvocati Caricaterra e Zoccano hanno ricostruito tutto l’iter processuale della vicenda illustrando le ragioni per le quali Podlech, che ora ha 78 anni, chiede una compensazione. Podlech era stato coinvolto nell’inchiesta sui desaparecidos in quanto nel 1973 era funzionario, avendo il grado di procuratore militare, nel campo di concentramento di Temuco dove venivano raccolti gli oppositori del regime di Pinochet. Le accuse a lui rivolte si riferivano in particolare alla scomparsa dell’italo-cileno Omar Venturelli, detenuto nel campo e mai più ritrovato. Nel processo di primo grado davanti alla prima Corte d’Assise di Roma presieduta da Anna Argento, erano stati chiamati a testimoniare numerosi cittadini italo-cileni i cui parenti erano stati arrestati nei periodi di dittatura.

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