Stati Uniti e Gran Bretagna ”decideranno a breve come procedere al primo attacco missilistico” contro la Siria. E’ quanto riportano oggi il Telegraph e il Daily Mail, che riferiscono anche di una lunga telefonata notturna tra Obama e Cameron in cui i due leader avrebbero deciso di ”prendere una decisione entro 48 ore” ipotizzando un attacco missilistico ”entro al massimo 10 giorni”. L’ipotesi ha messo in allarme la Russia, che ha parlato di conseguenze ”gravissime” in caso di attacco in Siria. In una telefonata del ministro degli Esteri russo Lavrov al Segretario di Stato Usa Kerry, il capo della diplomazia russa ha sottolineato: ”Si ha l’impressione che certi circoli, attivi nei loro appelli per un intervento militare scavalcando l’Onu, stiano tentando di spazzare via gli sforzi comuni degli ultimi mesi per una risoluzione pacifica della crisi”.
Intanto, oggi inizia la missione degli ispettori dell’Onu alla ricerca di tracce del gas che avrebbe causato centinaia morti. Una decisione che però non sembra poter fermare l’escalation decisa da Washington e Londra in quanto tardiva perche’ ”con ogni probabilita’ i tecnici del Palazzo di Vetro non troveranno nulla”, visto che e’ trascorso troppo tempo. Gli esperti hanno infatti spiegato che ”dopo 3 giorni e’ quasi impossibile trovare tracce di gas”. In un’intervista rilasciata al quotidiano russo Izvestia, il presidente siriano Assad ha definito un ”insulto al buon senso” le accuse rivolte sull’uso di armi chimiche. Gli Usa hanno già posizionato nel Mediterraneo, nelle vicinanze delle acque siriane, quattro cacciatorpedinieri armati ognuno con 96 missili in grado di colpire bersagli a 2.500 km di distanza. Nel pomeriggio di oggi e’ in programma ad Amman, in Giordania, una riunione dei vertici militari di 10 Paesi: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Canada, Italia, Germania, Giordania, Arabia Saudita, Qatar e Turchia.
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