Centinaia di persone hanno manifestato ieri davanti alla Casa Bianca a Washington contro un intervento militare degli Stati Uniti in Siria. “No alla guerra in Siria”, “Iraq, Libia, Siria – guerra senza fine per l’impero” erano alcuni degli slogan urlati dai dimostranti, che si sentivano anche dal Giardino delle Rose poco prima dell’inizio del discorso di Barack Obama. “Barack Obama, giù le mani dalla Siria” hanno urlato i manifestanti che si erano radunati fuori dai cancelli di 1600 Pennsylvania Avenue per proclamare con slogan e cartelli l’opposizione all’ennesima azione militare del proprio paese in Medio Oriente. La protesta di Washington é stata la più clamorosa tra le tante organizzate negli Stati Uniti e altrove. A Londra oltre mille persone che portavano bandiere siriane hanno marciato su Downing Street e si sono radunate a Trafalgar Square. Una manifestazione pacifista si é svolta anche a Francoforte con la partecipazione di un migliaio di persone: “Solo una Siria sovrana, indipendente e libera da ingerenze straniere” farà sì che i siriani potranno finalmente dar corpo al futuro del Paese, hanno dichiarato gli organizzatori. Altri raduni sono in programma in città statunitensi tra cui Houston con due proteste contrapposte, una a favore e una contro i bombardamenti. Contro l’aggressione militare minacciato dagli Stati Uniti si sono espressi anche cittadini a Boston dopo che a New york l’altro ieri sera alcune centinaia di pacifisti avevano gridato contro la guerra nella “piazza del mondo”, a Times Square, dove si trova anche un centro di reclutamento della Us Army. Per i manifestanti di Londra il voto del parlamento britannico é stato una vittoria contro la partecipazione del Regno Unito all’attacco a guida Usa. “Oggi è una vittoria delll’opinione pubblica britannica che non vuole la guerra”, ha detto l’ex parlamentare della sinistra laburista Tony Benn: “Le armi chimiche sono una cosa terribile ma quando pensi alle migliaia di persone che sono state uccise da truppe americane e britanniche in Afghanistan e in Iraq capisci che non é una nuova guerra che risolverà il problema”.
Numerose altre manifestazioni si sono tenute in tutto il mondo ieri, nella prima giornata di azione globale contro l’aggressione militare alla Siria. Centinaia in piazza a Glasgow, in Scozia, e decine di manifestazioni a Sidney, Brisbane ed altre città australiane, così come in quelle degli Stati Uniti. Molto partecipate anche le mobilitazioni in Medio Oriente, in particolare nello Yemen e in Turchia.
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