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Norvegia: l’estrema destra al governo. Nel nome di Breivik

Dopo alcuni giorni di colloqui e trattative seguite alle elezioni del 9 settembre che hanno segnato la sconfitta dei Laburisti, in Norvegia è stato siglato in queste ore l’accordo di governo. L’esecutivo che guiderà il paese da qui al 2017 sarà formato dalla Destra e dall’estrema destra liberista e xenofoba – ma filoisraeliana – del Partito del Progresso. I due partiti da soli non hanno la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento ma solo 77 su 169. Ma dopo difficili trattative potranno contare sull’appoggio esterno di altre formazioni centriste come i Liberali e i Democristiani che hanno strappato alcune concessioni su alcuni punti che stanno loro a cuore senza prendersi la responsabilità piena di entrare in un governo dominato dalla presenza dell’estrema destra xenofoba.

L’accordo è stato presentato da Erna Solberg, leader del partito di Destra e futura premier, e dalla leader del Partito del Progresso Siv Jensen. Al centro del programma su cui le due formazioni politiche hanno trovato un accordo temi come concorrenza e competitività, investimenti (alcuni da finanziare con gli introiti del petrolio), occupazione, istruzione, taglio delle tasse (e del welfare), più risorse per la polizia e la sicurezza, leggi sull’immigrazione più restrittive. Ambiente? Non pervenuto, ma c’è la apertura domenicale dei negozi e la decisione di armare la polizia, insieme all’aumento dei limiti di velocità su strade e autostrade (ne verranno costruite di nuove).

La leader del movimento di estrema destra Jensen ha esaltato l’accordo: «Ora abbiamo una mano sul volante e vogliamo che si senta». E’ davvero un giorno storico, in effetti, se la Norvegia ha già dimenticato la strage di Utoya, compiuta solo due anni fa con lucida e scientifica follia dal membro del Partito del Progresso Anders Breivik.

Sul carattere anomalo dell’estrema destra norvegese vedi: Norvegia: l’estrema destra è xenofoba e liberista. E tifa Israele

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