Nei giorni scorsi avevamo, parlando dell’irresistibile ascesa di Marine Le Pen e del suo ‘Front National’, avanzato l’ipotesi che la pratica tradizionale dei partiti francesi – di sinistra, centro e destra – di sommare i propri voti al ballottaggio nel caso in cui vi arrivasse qualche rappresentante dell’estrema destra, non avrebbe più funzionato.
Ed infatti ieri a Brignoles, nel sud della Francia, non è bastato ai socialisti, ai comunisti e ai verdi chiedere ai propri elettori di votare compatti per il candidato dell’Ump – il centrodestra – per impedire l’elezione di Laurent Lopez. L’uomo di Marine Le Pen ha vinto, e la pratica finora ben oliata del ‘fronte repubblicano’ non ha funzionato. Anzi, probabilmente il fatto che tutti i partiti si siano uniti contro il candidato del partito fascistoide francese ha rafforzato in alcuni elettori la sensazione che il ‘sistema’, o la ‘casta’ vogliano impedire l’ascesa del partito fondato qualche decennio fa dal nostalgico di Vichy – collaborazionista con gli occupanti nazisti – e che oggi la figlia Marine sta portando sempre più in alto.
Premendo l’acceleratore su una propaganda populista e xenofoba che addita gli immigrati come i principali responsabili della crisi che oggi investe anche la Francia, e dimenticando casualmente nel suo discorso banche, istituzioni finanziarie e imprenditori rapaci. Anche la campagna del Front National contro l’Unione Europea e contro l’euro – dalla quale si chiede di uscire senza tanti complimenti – sta facendo breccia in una opinione pubblica che improvvisamente si scopre a rischio, dopo aver per anni assaporato l’idea che l’Unione Europea fosse stata creata ad immagine e somiglianza degli interessi di Parigi, oltre che di quelli di Berlino. Ma se oggi l’economia tedesca viaggia spedita quella transalpina soffre: la deindustrializzazione desertifica intere regioni, il governo taglia welfare e assistenza sociale; la disoccupazione aumenta. E così sempre più persone orientano la propria rabbia verso chi si spacca la schiena per sopravvivere e adotta la parola d’ordine dell’uscita dall’odiata UE in chiave ultranazionalista.
Marine Le Pen utilizza concetti chiari e schematici, spesso basati su presupposti falsi ma di facile impatto nell’opinione pubblica. E ora sta scalando i sondaggi, dopo aver ripulito l’immagine del suo partito definendolo ‘né di destra né di sinistra’ e aver riorientato il suo linguaggio: dalla lotta contro il ‘mondialismo’ si è passati a quella contro la ‘casta’, il ‘palazzo’. Ma la sostanza non cambia.
“I francesi sono stufi di questa casta Umps (Ump più PS, un equivalente del PD-PDmenoElle di Grillo, ndr). Abbiamo una classe politica ridicolizzata. I cittadini sono stufi di essere rappresentati da governanti incapaci, aggrappati ai loro privilegi e pure accusati di corruzione” dice la Le Pen in una intervista a Repubblica, dando del suo Fn l’immagine di un partito antisistema. Immagine smentita quando poi la stessa Marine riconosce che “Abbiamo molti esperti, tra economisti e giuristi, che prima lavoravano per l’Ump e il Ps e che ora invece stanno con noi”. Il programma del movimento? Presto detto: “Quando saremo rappresentati in massa al parlamento europeo, proporremo un programmain quattro punti: la fine dello spazio di Schengen, l’addio all’euro, il patriottismo economico e la superiorità del diritto nazionale sulle direttive europee (…). Se entro un anno non otterremo soddisfazione su questi punti allora promuoveremo in Francia un referendum per chiedere l’uscita dall’Unione europea”. Ma naturalmente il principale argomento dei fascisti riguarda la ‘difesa della patria dall’invasione degli immigrati’: “L’Europa deve scoraggiare i viaggi della disperazione. Dobbiamo dire a questi poveretti che non abbiamo più niente da offrire. (…) La solidarietà non si esercita quando si hanno già milioni di disoccupati, un sistema di protezione sociale che sta andando in rovina. Piuttosto dovrebbero essere solidali le monarchie dei petrodollari, vicine geograficamente a queste popolazioni povere. Noi pensiamo solo ai francesi”.
Certo, Brignoles, piccola località della Costa Azzurra, non è proprio una metropoli, ha neanche 20 mila abitanti. Ma la vittoria del FN è netta e travolgente: 54% contro 46. Molti degli elettori dei partiti ‘repubblicani’ non sono andati a votare; al primo turno l’affluenza alle urne era stata del 33%, al secondo turno l’appello alla mobilitazione antifascista ha smosso un po’ di elettori – il 45% in totale – ma non abbastanza da impedire la vittoria di Lopez. In un territorio dove il sindaco è un esponente del Partito Comunista.
Il risultato delle cantonali di ieri corrisponde a quei sondaggi che dicono che sempre più francesi vorrebbero la Le Pen all’Eliseo e che per dimostrarlo voteranno estrema destra alle elezioni europee di primavera, facendo del Fronte Nazionale il primo partito.
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