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Repubblica Ceca al voto. Attesa per il Berlusconi di Praga

Repubblica ceca alle urne, oggi e domani, per il rinnovo della Camera di deputati, una scadenza alla quale i Socialdemocratici della Cssd arrivano da favoriti. I seggi aprono alle ore 14 e rimangono in funzione fino alle 22, e poi di nuovo domani, dalle ore 8 alle 14, con i primi exit polls attesi subito dopo la chiusura e i risultati dalle 18. I sondaggi danno il centrosinistra in vantaggio, ma in vista della formazione del futuro governo, gli interrogativi sono ancora tanti. Ancora in campo l’ipotesi che se i socialdemocratici non avranno la maggioranza assoluta potrebbero comunque formare un monocolore con l’appoggio esterno dei comunisti del Kscm (Partito Comunista di Boemia e Moravia). Una soluzione che l’attivo presidente Zeman, vero uomo forte del paese, sembra gradire stando ad alcune sue dichiarazioni.

La vera incognita è la reale dimensione che assumerà un voto di protesta contro il centrodestra  travolto da numerosi scandali, che potrebbe premiare una nuova formazione politica populista inventata recentemente dal miliardario Andrej Babis, che molti già chiamano il “Berlusconi della Repubblica ceca”. Secondo alcuni sondaggi il movimento Ano 2011 (Iniziativa dei cittadini scontenti) potrebbe irrompere in parlamento con una buona affermazione – intorno al 15% – anche grazie a enormi investimenti in marketing e propaganda mediatica. Negli ultimi anni Babis ha acquistato il gruppo editoriale Mafra che pubblica Mlada Fronta Dnes e Lidove Noviny, due dei principali quotidiani del Paese, e anche televisioni private e portali di informazione via internet.

 

Il secondo uomo più ricco del paese utilizza gli argomenti tipici delle nuove formazioni populiste che proliferano nel continente, in particolare la denuncia della corruzione – dilagante – e dell’inefficenza dello stato, slogan che attraggono sia il voto popolare sia quello delle classi medie e delle elite che chiedono una riduzione della burocrazia ma anche dei controlli pubblici sulle imprese e sul mercato. Lo slogan principale del miliardario è infatti ‘far funzionare lo stato come un’azienda’.
Un governo filo Unione Europea a guida socialdemocratica, sostenuto dalla stampella fornita dai comunisti dati in crescrita nei sondaggi, non farebbe altro che gestire l’esistente senza mettere mano alle grandi diseguaglianze sociali del paese. E ciò potrebbe favorire nei prossimi anni l’aumento dello spazio politico populista e dell’estrema destra per ora ancora sotto controllo.

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