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Repubblica Ceca. Dalle elezioni emerge l’instabilità. Crescono i comunisti

Una corrispondenza da Praga. Nella Repubblica Ceca l’instabilità continua. I due partiti che per venti anni hanno governato il paese sono stati puniti dalle elezioni. Il partito di destra ODS in modo clamoroso e non è detto che addirittura non possa sparire dalla scena politica. I socialdemocratici, che pure hanno vinto le elezioni, lo hanno fatto con pochi voti che li costringono alla revoca dei piani annunciati in un eventuale forte governo di sinistra.

Due partiti-movimenti nati solo un paio mesi fa –  sono invece entrati nel parlamento. Uno è  “Usvit” – ALBA (della democrazia guidata dal senatore Okamura di  padre giapponese). L’altro è il  movimento “ANO” (SÍ) dell´imprenditore nel settore alimentare Babiš (di origini slovacche) padrone della multinazionale dell’agroindustria Agrofert che ha comprato due importanti quotidiani. Quest’ultimo ha quasi vinto le elezioni. Nel nuovo parlamento entrano anche i democristiani.

Il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSČM) é l’unico partito dal parlamento precedente che ha aumentato la sua presenza. Aver ottenuto circa 100 000 voti in più é senza dubbio un grande successo.

Ma questi risultati offrono poche possibilitá per creare un governo stabile. Molti parlano di nuove elezioni anticipate, tenendo conto che già queste erano state anticipate rispetto alla scandenza naturale del maggio 2014. L’uomo forte – il presidente Zeman – sicuramente non perderà l’occasione per mantenere la sua posizione.
Ci sono dei parallelismi tra lo scenario politico italiano e quello ceco. Sia la crescente debolezza del sistema bipartisan, che la nascita di nuovi soggetti che usano in modo massiccio i nuovi mezzi di comunicazione e manipolazione di massa.

Anche la Repubblica Ceca é una repubblica parlamentare con un presidente quasi senza poteri sull’esecutivo, ma nel momento della debolezza del parlamento e del governo, il presidente – come Napolitano negli ultimi anni in Italia – svolge un ruolo sempre piú importante. Sia chiaro che questo avviene in nome dei poteri forti in Europa, perché nel nostro caso ancora píu che in Italia, è diventata decisiva l’ingerenza straniera, sia economica che istituzionale, la quale richiede che la situazione politica sia piú controllabile. Ed è cosí che il ruolo di Zeman crescerà, anche se il suo partito non é entrato nel parlamento.  

Ci sono molti delusi nella direzione del Partito Comunista, che si gia vedevano nel governo insieme con i socialdemocratici. A questo scopo hanno sprecato la grande possibilità di guidare la lotta dei minatori di Karvina due mesi fa. Si sono orientati troppo sulle soluzioni istituzionali, dove si sentono forti, logicamente grazie al fatto che questo partito é erede del partito comunista che è stato al potere per 40 anni fino al 1989 e dove la maggior parte dei loro quadri hanno più esperienza nella gestione delle aziende che nell’organizzare delle lotte operaie contro il sistema capitalistico.
L´aumento dei voti del Partito Comunista (KSCM) è stato più un risultato della battaglia dei compagni della base, che hanno lavorato tra la gente e hanno sperimentato nuovi modi di portare avanti il lavoro politico. A Praga hanno ottenuto molti voti proprio i compagni con questa esperienza. Altre valutazioni più complete potremo farle nei prossimi giorni.

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