La città di San Paolo è stata nelle scorse ore di nuovo teatro di durissimi scontri tra manifestanti e polizia dopo quelli che hanno investito la metropoli brasiliana negli ultimi mesi. Ma questa volta la causa detonante non è stato un provvedimento governativo o la rabbia contro la corruzione della classe dirigente, come era avvenuto recentemente, bensì un omicidio compiuto dalla polizia.
Douglas Rodrigues, un ragazzo di appena 17 anni, è stato ucciso da un agente nella notte dello scorso 27 ottobre con un colpo di pistola. L’omicidio sarebbe avvenuto “per errore”, si giustificano ora le autorità, nel corso di un controllo presso un posto di blocco. Non appena si è sparsa la notizia della morte del ragazzo, centinaia di abitanti del quartiere di Vila Madeiros, nel quadrante settentrionale della immensa città, hanno reagito con rabbia e indignazione, scendendo in piazza immediatamente.
La decisione da parte delle autorità di schierare nelle strade un imponente e asfissiante numero di agenti in tenuta antisommossa non ha fatto altro che esasperare gli animi ed in poco tempo le manifestazioni si sono trasformate in scontri tra abitanti del quartiere e polizia. Che dopo alcune ore sono diventati un vero e proprio riot con il coinvolgimento di giovani incappucciati che hanno eretto barricate e dato l’assalto a numerosi autobus e camion – alcuni dei quali sono stati dati alle fiamme e distrutti – a negozi, banche ed edifici istituzionali. I dimostranti hanno anche bloccato per due ore l’autostrada che collega San Paolo allo stato del Minas Gerais. Gli scontri sono durati parecchie ore e alla fine il bilancio è stato di numerosi feriti e di ben 90 arresti. Le autorità hanno disposto che l’agente responsabile dell’omicidio sia trattenuto sotto custodia in attesa di un’indagine sulla cui serietà però c’è molto scetticismo tra i parenti e gli amici della vittima. E dopo qualche ora di calma poco fa gli scontri sono ripresi.
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