Mentre continua lo spoglio delle schede del voto di lunedì per l’Assemblea costituente, che avrà anche funzioni di parlamento per i prossimi cinque anni, la situazione dei distretti elettorali dove la conta è stata completata mostra il crollo nelle preferenze del Partito comunista unificato del Nepal-Maoista. Addirittura il suo leader storico ed ex capo della guerriglia che si è battuta per anni contro la monarchia assoluta, Pushpa Kamal Dahal, meglio conosciuto “come comandante Prachanda”, ha perso nettamente la sfida nel suo distretto nella capitale Kathmandu.
Una situazione che ha spinto il partito a chiedere la sospensione della conta dei voti. “Data la cospirazione e attività anomale durante le elezioni per l’Assemblea costituente, il voto non procede come per le attese della popolazione. Quindi chiediamo che il conteggio dei voti sia spostato ad altra data”, ha fatto sapere il partito in un comunicato.
I maoisti del Partito comunista unificato del Nepal, il maggiore dei partiti di questa ispirazione ideologica usciti dal movimento che per un decennio e fino al 2006 condusse una campagna militare e sociale contro l’esercito governativo, ottennero una vittoria schiacciante nelle prime elezioni post-conflitto del 2008. Ma ad anni di distanza il consenso nei confronti del partito sono crollati. Prachanda si è dimesso dalla carica di primo ministro nel 2009, ma già allora, e per gli anni successivi, sul partito e sui suoi alleati a sinistra sono pesate le critiche di corruzione e amore per il lusso provenienti non solo dalla stampa di destra ma anche da alcuni settori della stessa guerriglia che hanno deciso di uscire dal partito e fondare altre formazioni politiche più radicali.
La vittoria nel suo distretto numero 10 della capitale da parte del candidato del Partito del Congresso nepalese con il doppio dei voti (20.392 contro 12.852) ha però convinto Prachanda a chiedere di fermare le operazioni di spoglio.
Nelle 140 circoscrizioni in cui questa mattina era in corso lo scrutinio, i maoisti avrebbero vinto in sole 19 contro le 74 andate ai conservatori del Congresso nepalese e le 47 del Partito comunista del Nepal – Unificato Marxista-leninista, di tendenze socialdemocratiche e più moderate rispetto al Pc di Prachanda che nelle elezioni di cinque anni fa aveva conquistato 220 dei 575 seggi disponibili.
Alle elezioni di lunedì hanno votato circa il 70% dei 12.147.000 nepalesi con diritto di voto al termine di una campagna elettorale segnata da forti tensioni e numerosi episodi di violenza. Dal voto dovrà emergere un’Assemblea costituente che sostituisca quella eletta nel 2008 ma costretta allo scioglimento nel maggio 2012 vista l’incapacità delle forze politiche di raggiungere un accordo sulla nuova Carta fondamentale.
Dei seggi in palio, 240 vengono assegnati direttamente in collegi uninominali mentre 335 vengono poi ripartiti con il sistema proporzionale, e 26 sono di nomina governativa.
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