L’omicidio Kennedy? «Il 68% degli americani crede che sia stato il governo». Le elezioni in Italia nel ’48? «Truccate dagli Stati Uniti. La Cia aveva paura che vincessero i comunisti». E’ un Oliver Stone a tutto campo, quello intervistato da Gianni Minoli ai microfoni di Radio24. Il regista, ospite della trasmissione Mix24, si sbilancia sui 50 anni di storia che hanno segnato la “vecchia America” dall’assassinio di Dallas ad oggi.
Stone inizia proprio dalle «bugie evidenti» della commissione Warren: «In quel momento Oswald doveva essere l’assassino – taglia corto il regista -. Subito dopo che Oswald è stato ucciso il New York Times ha fatto un titolo a tutta pagina: “Ucciso l’assassino di Kennedy”. Non il presunto assassino. Hanno condannato Oswald nella coscienza collettiva senza neanche processarlo». Gli americani sono pronti a sapere la verità? Stone è pessimista: «No, no perché non c’è nulla di scritto che provi la cospirazione, ma il pubblico americano lo sa, inconsciamente sa che è stata tutta una menzogna. Il 68% degli americani crede che a uccidere Kennedy sia stato il governo».
Nello storico «John Fitzgeral Kennedy, un caso ancora aperto», un agente della Cia accenna ad elezioni truccate in Italia nel 1948. C’è chi lo ha interpretato come una fantasia, senza fondamento o testimonianze dirette. Stone assicura del contrario: «No, no, assolutamente no. Quel personaggio si basa sul colonnello Fletcher Prouty, capo delle operazioni speciali del Pentagono dal 1960 al 1964. un ufficiale di collegamento con la Cia». Secondo il regista, sarebbe stato lo stesso ufficiale a descrivergli l’operazione: «In America è una storia di dominio pubblico, è risaputo che la CIA aveva paura che i comunisti prendessero il sopravvento in Italia subito dopo la guerra, e che ha investito un sacco di soldi per comprare le elezioni. In America è risaputo, non so se in italia sia altrettanto noto.
Sui responsabili del “silenzio forzato” dell’opinione pubblica americana, Stone è netto: «Nel mio film sostengo che ci furono in realtà due cospirazioni. Una più piccola, ristretta, per uccidere il presidente. Una cospirazione che coinvolgeva 5, al massimo 10 persone. E un’altra, molto più estesa, per coprire tutto, per metter tutto a tacere. Tra i responsabili di questa seconda cospirazione metterei senz’altro Lyndon Johnson, che è divenuto presidente al posto di Kennedy, e che ha istituito la commissione d’inchiesta, la commissione Warren, che ha fatto un lavoro davvero scadente. E poi metterei i servizi segreti, che hanno tenuto nascoste a quella commissione alcune prove fondamentali».
I media più ostili gli rinfacciano ipocrisie e ricostruzioni grossolane. Stone schiva le polemiche, e ribadisce la sua critica al sistema Usa: « Il problema del mio paese è un problema comune a molti altri paesi, forse anche l’Italia: il problema del popolo contro lo stato – evidenzia Stone – Nel mio paese lo Stato ha tradito la Costituzione, ha ucciso Kennedy, ha occultato le prove e continua a farlo. Lo ha fatto in almeno altre 5 o 6 occasioni: nel caso di caso Nixon, nel caso dei bombardamenti segreti in Laos e Cambogia, e poi in Iran, in Nicaragua con i Contras… gli ostaggi in Iran, in almeno 5 casi. L’omicidio di Kennedy è stato uno spartiacque, solo oggi cominciamo ad avvertire le conseguenze di quell’evento».
Di seguito il testo integrale dell’intervista di Radio 24 a Oliver Stone
MINOLI – Allora Stone, cosa ne pensa della nostra ricostruzione?
STONE – Mi sembra molto buona, mi sembra che metta in luce le prove principali, sia forensi sia balistiche, mi trova d’accordo direi almeno all’85%
M – Perché la commissione Warren ha mentito in maniera così evidente?
S – In quel momento Oswald doveva essere l’assassino. Subito dopo che Oswald è stato ucciso il NYT ha fatto un titolo a tutta pagina: “Ucciso l’assassino di Kennedy”. Non il presunto assassino. Hanno condannato Oswald nella coscienza collettiva senza neanche processarlo.
M – Nel suo film c’è un agente della Cia che parla anche delle elezioni truccate in italia nel 1948. E’ un elemento di fantasia o è basata su qualche dato?
S – No, no, assolutamente no. Quel personaggio si basa sul colonnello Fletcher Prouty, capo delle operazioni speciali del Pentagono dal 1960 al 1964. un ufficiale di collegamento con la CIA. E’ stato lui a raccontarmi quella storia, nei minimi dettagli, perché lui stesso era stato coinvolto. Ma in America è una storia di dominio pubblico, è risaputo che la CIA aveva paura che i comunisti prendessero il sopravvento in Italia subito dopo la guerra, e che ha investito un sacco di soldi per comprare le elezioni. In America è risaputo, non so se in italia sia altrettanto noto.
M – Un critico ha detto che lei si sente un po’ il “Savonarola” dei nostri tempi, il fustigatore dei costumi e dell’ipocrisia dei governanti. Lei si riconosce in questo ruolo?
S – Il problema del mio paese è un problema comune a molti altri paesei forse anche l’Italia: il problema del popolo contro lo stato. Nel mio paese lo Stato ha tradito la Costituzione, ha ucciso Kennedy, ha occultato le prove e continua a farlo. Lo ha fatto in almeno alrte 5 o 6 occasioni: nel caso di caso Nixon, nel caso dei bombardamenti segreti in Laos e Cambogia, e poi in Iran, in Nicaragua con i Contras… gli ostaggi in Iran, in almeno 5 casi. L’omicidio di Kennedy è stato uno spartiacque, solo oggi cominciamo ad avvertire le conseguenze di quell’evento
M – Il pubblico americano è pronto o no per conoscere definitivamente la verità su Kennedy? Soprattutto riusciremo mai a sapere la verità su dallas?
S – No, no perché non c’è nulla di scritto che provi la cospirazione, ma il pubblico americano lo sa, inconsciamente sa che è stata tutta una menzogna. Il 68% degli americani crede che a uccidere Kennedy sia stato il governo. Ma questo non riguarda più solo Kennedy. Questo riguarda il nostro futuro, le generazioni del domani. Come faremo a riprendere in mano il controll odella democrazia? Come faremo a far sì che il governo sveli i suoi segreti? Come? Dobbiamo eleggere un nuovo presidente che apra gli archivi, una nuova legislatura che sia aperta ed onesta, dobbiaqmo fare grandi cambiamenti. E per farli dobbiamo che i giovani si sveglino e vadano a votare. Come lei sa in America i giovani non vanno a votare, sono apatici, disillusi da tutti gli scandali che ci sono stati. Dopo Kennedy è stato ucciso Martin Luther King, Bob Kennedy e poi c’è stato il Vietnam… è stata una mostruosità, un incubo.
M – Chi è che non ha voluto allora che la gente sapesse?
S – Nel mio film sostengo che ci furono in realtà due cospirazioni. Una più piccola, ristretta, per uccidere il presidente. Una cospirazione che coinvolgeva 5, al massimo 10 persone. E un’altra, molto più estesa, per coprire tutto, per metter tutto a tacere. Tra i responsabili di questa seconda cospirazione metterei senz’altro Lyndon Johnson, che è divenuto presidente al posto di Kennedy, e che ha istituito la commissione d’inchiesta, la commissione Warren, che ha fatto un lavoro davvero scadente. E poi metterei i servizi segreti, che hanno tenuto nascoste a quella commissione alcune prove fondamentali.
M – Signor Stone: forse le stesse persone che dice lei non volevano neanche che si facesse il film.
S – Oggi come oggi la maggior parte di quelle persone, dei menmbri della commissione Warren è morta. D’altra parte è innegabile che non appena il mio film è stato annunciato, la stampa americana abbia cominciato ad attaccarmi, a rifiutare anche la sola idea che io potessi fare questo film
M – Lei ha detto che le hanno rubato la prima bozza della sceneggiatura e che gli attacchi sono cominciati ancora prima delle riprese del film. Che tipi di attacchi?
S – E’ stato pazzesco. Hanno rubato la prima stesura del copione, l’hanno fatta circolare per tutti i giornali, settimanali, periodici, hanno divulgato il finale del film, cosa che di solito non si fa mai, mi hanno ridicolizzato pubblicamente prima ancora che cominciassi a girare. E naturalmente quando il film è uscito nelle sale hanno ricominciato tutto da capo. Il bello è che nessuno si è interessato a quello che era il punto fondamentale di tutta la faccenda e cioè gli interrogaticvi che il mio film pone. Ce ne sono almeno 40: su Oswald, sul ruolo della Cia, su Allen Dulles…
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