In Slovacchia un candidato neonazista ha vinto le elezioni regionali che si sono tenute ieri, diventando così governatore della regione di Banska Bystrica. Si tratta di Marian Kotleba, presidente del ‘Partito nazionale della solidarietà slovacca-Nostra Slovacchia’, di estrema destra, noto per i raduni anti rom.
In Slovacchia i rom costituiscono circa il 9% dei 5,4 milioni di abitanti del Paese: contro di loro in tutta l’Europa centro-orientale crescono le campagne di odio da parte dei movimenti populisti e fascisti. E’ proprio con la sua propaganda contro la minoranza roma che Kotleba è riuscito a conquistare i consensi di molti slovacchi impauriti dalla crisi economica e incapaci di individuare i reali responsabili della caduta della qualità della vita e dell’aumento della disoccupazione.
Il partito, già messo fuori legge in passato perché considerato razzista ma poi riammesso, conduce una campagna nazionalistica contro la Nato e l’Unione Europea, e chiede che il paese esca dall’Euro. Parole d’ordine sempre più apprezzate nel paese, unite alla propaganda fascista di celebrazione del regime collaborazionista dei nazisti instaurato nel paese dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale e guidato dal sacerdote cattolico Jozef Tiso.
Ieri il 36enne Marian Kotleba ha battuto nel ballottaggio il suo rivale del partito socialdemocratico (Smer, centrosinistra al governo) Vladimir Manka ottenendo il 55,5% dei consensi contro il 44,5% nella regione in cui era candidato. Alla vigilia del primo turno i sondaggi gli attribuivano ‘appena’ il 10% dei consensi, ma il suo schieramento si è piazzato al secondo posto. Al secondo turno il partito centrista, piazzatosi al terzo posto con circa il 20% dei voti, si è rifiutato di dare ai suoi elettori l’indicazione di votare per i socialdemocratici, aprendo di fatto la strada allo sdoganamento di quello che fino a pochi giorni fa era considerato un partito extraparlamentare e pericoloso per la democrazia.
Il Partito dispone di una sorta di milizia dedita a sfilate folkloristiche ma anche ad aggressioni e minacce contro rom e migranti, oltre che contro gli esponenti della sinistra.
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