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Ucraina: rabbia “europeista” e scontri

Chi l’avrebbe detto che l’adesione o meno all’Unione Europea – anzi, ad un trattato di associazione con l’UE – avrebbe scatenato scontri e manifestazioni popolari nei paesi oggetto delle attenzioni e degli appetiti del capitalismo continentale?

Eppure è proprio ciò che sta accadendo in questi giorni in Ucraina e potrebbe accadere presto anche in Moldavia. 

Nella capitale ucraina Kiev anche questa mattina si sono verificati infatti scontri tra la polizia e i manifestanti aderenti ai partiti liberali e di destra europeisti che protestano contro la decisione, presa pochi giorni fa dal governo, di bloccare l’adesione all’accordo di Associazione con l’Unione Europea, giudicato troppo restrittivo per l’economia e la sovranità nazionale del paese. Quaasi un migliaio di persone si sono radunate stamattina davanti al palazzo del governo nella capitale cercando di penetrare al suo interno e naturalmente gli agenti in tenuta antisommossa sono intervenuti per impedirglielo con manganelli e gas lacrimogeni.
Già ieri una manifestazione filo-UE aveva portato in piazza molta gente – 23 mila persone per la polizia, ben 100 mila per gli organizzatori – per protestare contro il governo di Azarov e il presidente Vitkor Yanukovych accusati di voler riportare l’Ucraina nell’orbita della Russia, dopo l’annuncio da parte dell’esecutivo dell’ingresso dell’ex repubblica sovietica all’interno dell’Unione Doganale costruita da Mosca in Asia.

Ieri gli scontri erano stati anche più duri quando qualche decina di manifestanti, che sventolavano enormi bandiere del loro paese e dell’Unione Europea  avevano letteralmente cercato di assaltare il palazzo del governo al grido di ‘Ucraina è Europa’ (il problema è vedere se l’Europa è Ucraina…) scatenando la repressione dei reparti speciali. Al raduno pro-UE hanno partecipato i più importanti leader dell’opposizione e anche la figlia di Yulia Yymoshenko, l’ex premier e leader della cosiddetta ‘rivoluzione arancione’ di cui la folla ha chiesto a gran voce la liberazione.
Ma anche decine di migliaia di sostenitori del governo ieri hanno organizzato una grande manifestazione, naturalmente a sostegno della decisione di interrompere l’ingresso nell’UE di Kiev, e non sono mancati scontri tra i sostenitori dei due diversi schieramenti politici  nei pressi dell’ufficio di Yanukovich oltre che del palazzo del governo.
I rappresentanti dell’Unione Europea continuano ad accusare la Russia di aver esercitato forti e indebite pressioni sul governo ucraino per convincerlo a desistere dal firmare l’accordo previsto a Vilnius nei prossimi giorni. Il che sembra scontato. Ma pressioni o meno sembra ormai ovvio a tutti che l’Unione Europea matrigna ed in crisi non esercita più il grande e incontrovertibile fascino che ha portato negli anni recenti al suo allargamento ad oriente.

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