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Istanbul: ricordano Sakine, Fidan e Leyla, lacrimogeni e pallottole contro i curdi

Sembra che ad Istanbul non sia proprio possibile manifestare contro il governo turco, e a maggior ragione se a scendere in piazza sono i curdi. Ieri i reparti antisommossa della polizia hanno represso brutalmente la manifestazione convocata da varie realtà della comunità curda e della sinistra per chiedere giustizia per le tre militanti e dirigenti curde assassinate un anno fa a Parigi.

La polizia ha sparato gas lacrimogeni e pallottole di gomma contro un migliaio di manifestanti scesi in strada nel centro di Istanbul e che si erano concentrati davanti al consolato francese in via Istiklal, nei pressi del liceo Galatasaray dove ogni sabato da molti anni alcune decine di donne curde scendono in piazza con le foto di mariti, fratelli e figli fatti sparire nel nulla negli ultimi decenni dagli squadroni della morte e dagli apparati di sicurezza di Ankara.
I manifestanti hanno cercato di resistere alle cariche al grido di “vogliamo giustizia”, esponendo foto delle tre militanti uccise da un sicario ma alla fine hanno dovuto disperdersi di fronte alla violenza della repressione. 

Le tre attiviste curde – Sakine Cansiz, cofondatrice della formazione armata Partito dei lavoratori del Kurdistan, Fidan Dogan e Leyla Soylemez – sono state assassinate con un colpo alla testa esattamente un anno fa nel Centro d’informazione curdo a Parigi.
Otto giorni dopo il triplice omicidio la polizia francese ha fermato un trentenne turco, Omer Guney, poi incriminato. Le autorità francesi lo hanno descritto con un curdo che saltuariamente faceva l’autista per Cansiz, mentre secondo la versione del governo turco la strage sarebbe il risultato di una faida interna alla resistenza curda. Ma il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) ha categoricamente smentito che Guney fosse un proprio membro ed ha accusato il governo di Ankara di essere dietro l’assassinio delle tre dirigenti.

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