Secondo fonti mediatiche libanesi ed israeliane – mancano per ora conferme ufficiali – durante la notte scorsa caccia con la stella di David avrebbero attaccato una base aerea siriana nelle vicinanze della città portuale di Latakiya, sotto il controllo del governo. Fonti della sicurezza libanese avevano già affermato che durante la notte alcuni aerei israeliani hanno violato lo spazio aereo del Paese dei Cedri e sorvolato la Valle della Bekaa. Finora Damasco non ha né smentito né confermato la notizia. Secondo fonti delle opposizioni siriane i caccia di Tel Aviv avrebbero distrutto alcuni lanciamissili.
Non è la prima volta che l’aviazione israeliana attacca postazioni militari in territorio siriano, sostenendo, seppur in modo indiretto, le milizie dell’opposizione al governo di Bashar al Assad comprese quelle composte da fondamentalisti islamisti.
L’attacco segue di poche ore la dichiarazione di venerdì scorso da parte di un alto funzionario dell’intelligence israeliana, secondo il quale Tel Aviv sarebbe in procinto di riconsiderare la sua (presunta) “posizione di neutralita’” nella guerra civile in corso in Siria e che ha prodotto decine di migliaia di vittime, proprio in virtù della crescente presenza di jihadisti e qaedisti in Siria (!). Secondo l’intelligence israeliana se due anni fa i miliziani jihadisti presenti in Siria erano solo duemila, oggi sarebberi almeno 30mila e costituirebbero quindi un pericolo diretto per la sicurezza del cosiddetto ‘stato ebraico’. Anche perché gruppi come il Fronte al Nusra e Ahrar al Shams, legati più o meno direttamente ad Al Qaeda, avrebbero creato basi a ridosso delle alture del Golan, territorio siriano occupato da Israele, e starebbero anche reclutando militanti nella striscia di Gaza. Ma certo l’attacco a una postazione militare dell’esercito di Damasco contraddice il presunto cambiamento israeliano di posizione nei confronti del conflitto siriano.
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