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Escalation in Ucraina: dimostranti occupano ministero della Giustizia

La situazione in Ucraina diventa sempre più incandescente, e a nulla valgono le aperture del governo del Partito delle Regioni nei confronti delle opposizioni che giorno dopo giorno aumentano la pressione contro le istituzioni in quella che appare una vera e propria escalation volta alla capitolazione dell’esecutivo – che appare abbastanza difficile – oppure ad una distrastrosa guerra civile.

Dopo aver occupato decine di consigli regionali, municipi e sedi ministeriali in tutto il paese, ieri sera i dimostranti filo-Ue hanno occupato anche l’edificio del ministero della Giustizia nel centro di Kiev senza che i poliziotti di guardia opponessero resistenza come era avvenuto anche in altri casi nei giorni scorsi. Finora il governo ha ridotto al minimo i momenti di repressione frontale, dopo le cariche dell’inizio della scorsa settimana in piazza Maidan, ma ora il ministro della giustizia Olena Lukash ha minacciato i manifestanti che potrebbe imporre lo stato d’emergenza e ordinare alle forze dell’ordine la mano dura. La Lukash, che partecipa ai negoziati tra l’opposizione e il presidente Viktor Yanukovich per trovare una soluzione alla situazione di stallo, ha aggiunto alla tv che chiederà che i negoziati vengano interrotti se l’edificio non sarà liberato.

Gli insorti denunciano intanto di aver trovato delle cartucce che sarebbero state usate da alcuni agenti sul tetto di Casa Ucraina, l’ex museo occupato nella notte di sabato dai dimostranti, sparate mercoledì scorso contro la folla da alcuni cecchini provocando la morte di tre persone. Ma il ministero dell’Interno nega l’uso di armi da fuoco da parte della polizia e parla di «provocazione» da parte delle opposizioni per soffiare sul fuoco dello scontro tra i due schieramenti.

Ieri a Kiev, nella cattedrale di San Michele, si sono svolti i funerali di Mikhail Zhiznevski, un giovane bielorusso che partecipava alla protesta antigovernativa ucciso nei giorni scorsi. Alla cerimonia hanno partecipato i tre leader di Udar, Patria e Svoboda, i tre principali partiti dell’opposizione parlamentare.

La novità delle ultime ore è che le manifestazioni antigovernative, appannaggio negli ultimi mesi delle regioni occidentali tradizionalmente conservatrici, filo-Nato ed antirusse, ora si stanno estendendo in parte anche alle regioni orientali del paese anche se i numeri in questo caso rimangono bassi. La situazione economica è in netto e rapido peggioramento e il blocco di Kiev da parte dei manifestanti antigovernativi che chiedono l’adesione del paese all’Unione Europea si fa sentire come una morsa su tutta l’Ucraina generando malcontento anche nei territori tradizionalmente più fedeli a Viktor Yanukovich.

Occorre anche dire però che il numero di dimostranti presenti in Piazza dell’Indipendenza a Kiev diventa sempre più contenuto, mentre l’iniziativa passa sempre più ai gruppi organizzati espressione in particolar modo dei partiti di destra ed estrema destra. I partiti più moderati, in particolare ‘Patria’ di Yatsenyuk, continua a lanciare appelli alla piazza affinché si fermino le manifestazioni violente, ma i gruppi estremisti sembrano prendere sempre di più il sopravvento e non sono mancati negli ultimi giorni i momenti di aperta contestazione nei confronti dei leader dell’opposizione, compreso il ‘duro’ Vitali Klitschko.

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