Nuovi guai per il primo ministro turco, questa volta sul fronte libertà di stampa. Recep Tayyip Erdogan, il 2 giugno scorso, durante una visita in Marocco, avrebbe telefonato al direttore dell’emittente privata Haberturk, Fatih Sarac, per chiedergli di non trasmettere le dichiarazioni del segretario del Partito d’azione nazionalista (Mhp) Devlet Bahceli. Nella registrazione audio della conversazione pubblicata su internet si sente chiaramente il premier dire a Sarac: “Devi rimuovere immediatamente quell’ultim’ora”, “ci siamo capiti, lo farò, subito” risponde il direttore, secondo quanto riporta il quotidiano Zaman (vicino alla confraternita Hizmet guidata dal competitore di Erdogan, Fethullah Gulen) sulla sua pagina web.
La Turchia è da tempo al centro delle critiche di organizzazioni internazionali come Amnesty international e Reporter senza frontiere per la difficile situazione relativa alla libertà di stampa e le decine di giornalisti in carcere. Situazione però assai precedente all’ascesa al potere di Erdogan e che ora viene evidenziata strumentalmente dai suoi nemici all’interno dell’establishment scosso da un feroce scontro di poteri.
“E’ ora evidente a che tipo di attacco è sottoposta tutta la stampa” ha dichiarato oggi il capogruppo del Mhp (destra) Yusuf Halacolglu dopo aver fatto ascoltare in aula la registrazione durante il dibattito sulla contestata legge su internet presentata dal governo per aumentare il controllo delle rete, già assai pesante. Secondo l’opposizione il governo, travolto da metà dicembre da uno scandalo corruzione senza precedenti, mirerebbe con le nuove norme a impedire la pubblicazione online di indiscrezioni sulle tangenti, temendo un indebolimento del partito del premier alla vigilia delle amministrative del 30 marzo. Giorno in cui si voterà anche per il rinnovo della giunta di Istanbul, la città di gran lunga più importante – economicamente e politicamente – del paese.
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