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Ucraina: nell’est manifestazioni di massa pro-russe e antifasciste

Si susseguono in tutte le regioni dell’est ucraino, da giorni, grandi manifestazioni contro il colpo di stato che a Kiev ha portato al potere gli oligarchi filo-Ue e filo-Nato e sdoganato i fascisti di Svoboda – che ha ben 5 ministri nel nuovo esecutivo – e quelli di Pravyi Sektor. Furiosa dopo la cancellazione del bilinguismo da parte della nuova maggioranza parlamentare golpista ovunque nelle regioni russofone dell’Ucraina la folla chiede l’intervento dell’esercito russo mentre milizie popolari e consistenti pezzi degli apparati di sicurezza organizzano la difesa delle città dalle scorribande delle squadracce fasciste provenienti da Kiev e dalle regioni occidentali dell’Ucraina, bastioni dei partiti di estrema destra.

Oggi parecchie decine di migliaia di persone sono scese in piazza nelle strade di Donetsk e Kharkov.
Nella città al centro della regione mineraria del Donbass circa 20 mila persone, che sventolavano bandiere russe e comuniste, si sono concentrate in Piazza Lenin; dopo aver sostituito la bandiera russa a quella ucraina sull’edificio del governo regionale la folla ha destituito il presidente Andrew Shishatskiy ed il sindaco di Donetsk Alexander Lukyanchenko, chiamandoli traditori per aver ubbidito alle autorità golpiste di Kiev. Subito dopo la piazza ha nominato per alzata di mano a nuovo governatore il leader della “milizia del popolo” Paul Gubaryov. Il nuovo governatore ha subito lanciato un ultimatum alle autorità della regione di Donetsk affinché disobbediscano alle autorità golpiste di Kiev ed ha chiesto ai dimostranti di montare un presidio permanente di fronte alla Delegazione del Governo.
Situazione simile a Kharkov dove circa 50 mila persone hanno manifestato in Piazza della Libertà per esigere la immediata federalizzazione dell’Ucraina denunciando l’atteggiamento nazionalista e aggressivo delle nuove autorità filo-Ue di Kiev. Durante la manifestazione l’ex governatore Mikhail Dobkin e il sindaco della città Guennadi Kernés hanno chiesto al governo centrale guidato da Arseni Yatseniuk l’immediato disarmo dei gruppi armati di estrema destra. Il 26 febbraio scorso una squadraccia di Pravyi Sektor, armata di fucili e proveniente da Kiev aveva assaltato l’edificio dell’associazione sportiva antifascista Oplot. Lo stesso giorno in città è stata uccisa a coltellate una militante, piuttosto in vista, del Partito delle Regioni, la 65enne Maria Blomerius, attiva nelle ultime settimane nel comitato per la difesa del monumento a Lenin della città. A Kharkov, come a Donetsk, i dimostranti hanno assediato il palazzo dell’amministrazione regionale costringendo i miliziani posti dal governo centrale a difesa dell’edificio ad arrendersi dopo alcuni scontri che hanno causato alcune decine di feriti lievi.

Manifestazioni hanno esplicitamente invocato l’aiuto e la protezione di Mosca anche in altre città delle regioni orientali dell’Ucraina russofona: a Lugansk, a Zaporozhie (teatro negli ultimi giorni di aggressioni fasciste alle sedi del PC, al Consiglio Regionale, alla sinagoga), a Gorlovka (dove i dimostranti hanno bruciato la bandiera rosso-nera dei fascisti ucraini).

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