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Combattimenti e morti in tutta l’Ucraina. La diretta

Gli aggiornamenti del 7 maggio

14.30 – La Russia non permetterà di nascondere sotto il tappeto la tragedia di Odessa. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov secondo il canale tv in lingua inglese Russia Today. Ciò che ha avuto luogo a Odessa il 2 maggio è “fascismo puro” e “noi perseguiremo la verità”, ha aggiunto durante una cerimonia in attesa del 9 maggio, Giorno della Vittoria per l’Unione Sovietica sulla Germania nazista.

14.15 – I combattenti federalisti e antifascisti che difendono Slaviansk dalle milizie fasciste e dall’esercito ucraino avrebbero installato ai posti di blocco dei sistemi missilistici anticarro “Fagot”. Il Fagot (nome in codice NATO: AT-4 Spigot) è un missile anticarro di produzione sovietica. Ha una gittata di circa 2km. Lo ha riferito il servizio stampa del Ministero della Difesa dell’Ucraina. Su Slaviansk il 2 maggio Kiev ha lanciato un attacco per riconquistare il controllo della città. Ma per ora con scarsi risultati e con un bilancio di alcune decine di morti da entrambe le parti. Oggi le milizie di autodifesa della Repubblica di Donetsk hanno annnunciato la ripresa dei combattimenti per il controllo della torre della televisione nei pressi di Slaviansk, che era stata “riconquistata” dai governativi alcuni giorni fa. Le milizie che si oppongono alle forze inviate da Kiev accusano i militari ucraini di usare lanciamine per tentare di forzare i posti di blocco allestiti attorno alla città.

14.00 – A Mariupol, dove a causa degli scontri della scorsa notte vi sono stati alcuni morti e la sede del Municipio era stata conquistata dalla Guardia Nazionale di Kiev (cioè dai nazisti di Pravyi Sektor e Svoboda inquadrati nella nuova forza di sicurezza), i soldati agli ordini della giunta golpista sono stati cacciati nuovamente dal centro della città.

Secondo le fonti citate dal profilo facebook di Con l’Ucraina Antifascista, l’assalto della giunta alla milizia popolare e ai posti di blocco è stato sferrato ieri approfittando dall’assenza di molti attivisti che erano andati a soccorrere i loro compagni aggrediti a Slovjansk. Poi migliaia di persone radunatesi in piazza hanno contribuito alla ritirata della guardia nazionale.

13.30 – Nella notte, “ignoti” hanno incendiato l’ufficio di Dnepropetrovsk del deputato Oleg Tsarev, a capo del movimento “jugo-vostok”. La polizia ha descritto come doloso l’incendio, rinvenendo sul luogo frammento di bottiglie molotov. Tsarev, candidato alle presidenziali, ha recentemente ritirato la candidatura e ieri mattina ha diffuso un comunicato in cui dichiara l’intenzione di impegnarsi per il referendum sull’ordinamento federale e per la costituzione della Federazione delle Repubbliche sud-orientali – Novorossija.

Gli aggiornamenti del 6 maggio

19.15 – Poco fa le Forze Speciali agli ordini del regime di Kiev hanno iniziato un assalto ai posti di blocco eretti dalle autodifese popolari a Mariupol, nel sudest dell’Ucrania. Nel centro della città testimoni hanno ascoltato l’eco dei colpi di arma da fuoco.

18.00 – Continui arresti della giunta contro gli oppositori politici: mentre nessuno degli autori della strage della Casa dei Sindacati a Odessa è stato arrestato oggi nella città costiera ucraina è stato arrestato Aleksey Albu, candidato a sindaco della città dell’organizzazione di sinistra Borotba. Albu è stato arrestato all’aeroporto, mentre rientrava da Mosca, dove si era recato per presenziare ad una trasmissione televisiva. Non si hanno notizie, l’ultimo contatto è stato un sms in cui avvertiva di essere atterrato e di essere al controllo documenti.

17.20 – Il presidente di turno dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) Didier Burkhalter, ha lanciato oggi un appello per un cessate-il-fuoco in occasione delle elezioni presdidenizali ucraine il 25 maggio. “Noi abbiamo bisogno di un cessate-il-fuoco per le elezioni”, ha affermato il leader elvetico, parlando all’aeroporto di Vienna, la capitale che ospita la riunione dei ministri degli Esteri del Consiglio d’Europa.

17.00 – Con una faccia tosta davvero infinita, il regime ucraino ha lanciato un appello alla comunità internazionale per essere aiutata nell’organizzazione “libera e democratica” delle elezioni presidenziali anticipate del prossimo 25 maggio. “Abbiamo così chiesto a tutti i partner di inviare osservatori internazionali in Ucraina per sorvegliare le elezioni” e di “fare tutto il possibile per eliminare le minacce esterne sostenute dalla Russia in Ucraina” ha detto a Vienna, dove è in corso la riunione dei ministri degli Esteri del Consiglio d’Europa, il capo della diplomazia di Kiev Andriy Deshchytsia.

16.40 – Il presidente della Duma, la camera bassa del parlamento russo, Sergei Naryshkin ha detto che in Ucraina è in atto un genocidio. “Siamo di fronte a un genocidio di gente ucraina e russa” ha detto Naryushkin a un forum sui Balcani nella capitale serba. “E’ in atto un’operazione punitiva contro la gente che chiede la difesa dei diritti umani e la federalizzazione del paese” ha detto il presidente della Duma. 

16.30 – L’aeroporto di Donetsk, la principale città dell’Ucraina orientale al centro della rivolta antifascista e federalista ha riaperto oggi pomeriggio dopo che in precedenza tutti i voli erano stati cancellati per ordine del regime di Kiev. I motivi della chiusura non sono stati forniti. 

15.00 – Il leader comunista ucraino Petro Simonenko questa mattina ha attaccato duramente la giunta di Kiev: parlando al Parlamento, ha accusato di fascismo il consiglio dei ministri, incolpandoli della strage di Odessa e dei morti nel sud est del paese. La sessione si stava tenendo a porte chiuse, alla presenza dei funzionari dei servizi di sicurezza per discutere della situazione nel sud-est: il leader comunista ha chiesto al governo i nomi degli individui, addestrati, autori della strage e di tenere una seduta aperta affinché potessero essere chiare agli ucraini le responsabilità all’interno del parlamento.

Per tutta risposta, alcuni parlamentari hanno proposto di votare per escludere i comunisti dalla seduta ed espellersi dall’aula: una procedura che non rientra nel regolamento e che è anticostituzionale, ma che è passata coi voti della maggioranza che sostiene la giunta.
Simonenko ha spiegato ai media indipendenti come sono andate le cose. A LifeNews, ha dichiarato che i fatti di oggi sono l’ennesima pallottola sparata contro la democrazia. Per l’8 e 9 maggio, il governo ha inoltre vietato le manifestazioni per la Vittoria sul nazifascismo, organizzando una fiaccolata e vietando ai veterano di raggiungere il memoriale. “Faremo di tutto per far fallire i loro piani”, ha concluso il leader comunista.

13.45 – Durante una sessione celebrata stamattina a porte chiuse, la maggioranza dei deputati della Rada Suprema, il parlamento di Kiev dominato dagli eletti dei partiti nazionalisti e di estrema destra, ha respinto la celebrazione il prossima 25 maggio di un referendum popolare sul decentramento e sulla federalizzazione dell’Ucraina. Alcuni parlamentari di destra hanno chiesto l’espulsione del gruppo comunista dall’Aula prima della dibattito sulle misure da adottare per riprendere il controllo delle regioni insorte dell’est del paese.

13.00 – Stamattina i dimostranti antifascisti e federalisti hanno occupato e preso il controllo della sede del Municipio della città di Debaltsevo, nella regione di Donetsk. I dimostranti, che sventolavano bandiere della Repubblica di Donetsk, non hanno incontrato alcuna resistenza da parte delle forze dell’ordine.

12.30 – Racconta l’inviata del quotidiano spagnolo El Pais: “A Kramatorsk, dove sabato teoricamente l’Esercito aveva ripreso il controllo della torre della tv e dell’edificio dei Servizi di Sicurezza Interni (SBU) oggi non c’è traccia della sua presenza, e anzi vi si vedono numerosi ribelli che controllano barricate e posti di blocco. Nella piazza principale di fronte al Municipio occupato molti membri delle Milizie Popolari di Donetsk e civili hanno celebrato a mezzogiorno di ieri il funerale di una delle vittime dell’offensiva governativa di ieri, una ragazza di 22 anni morta sabato a causa degli spari nel villaggio di Andreivka. Il feretro è stato portato in spalla sotto una pioggia di fiori e accompagnato dalle bandiere tricolori dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk”. 

12.00 – Video diffusi questa mattina da alcuni abitanti della periferia di Slaviansk mostrano una consistente colonna di carri armati e mezzi blindati dell’esercito ucraino e della Guardia Nazionale diretti verso la città controllata dagli insorti federalisti e assediata dalle forze fedeli al regime di Kiev.

11.45 – Un reporter dell’Afp ha riferito che la battaglia a Slaviansk non ha ancora raggiunto il centro cittadino, dove tuttavia cominciano a scarseggiare i beni di prima necessità. I combattenti federalisti hanno messo alcuni camion di traverso lungo la strada di accesso alla città e hanno dato fuoco ai copertoni per rallentare l’avanzata dei soldati. 

11.30 – Il ministero degli esteri di Mosca ha pubblicato ieri un Libro Bianco di 80 pagine nel quale denuncia in Ucraina «rilevanti violazioni di massa dei diritti umani» da parte delle «forze ultranazionaliste, estremiste e neonaziste», invitando la comunità internazionale a reagire in modo adeguato e senza partito preso per evitare «conseguenze distruttive per la pace, la stabilità e lo sviluppo democratico dell’Europa». Nel libro, basato su notizie di stampa, dichiarazioni ufficiali, testimonianze, si documentano vari episodi tra fine novembre e fine marzo, dalle «ingerenze negli affari interni di uno Stato sovrano» (per le visite a Kiev di responsabili dell’UE e degli USA) alle violenze dei paramilitari dell’ultradestra ucraina di “Pravi Sektor”, sino agli «odiosi tentativi di annientare la cultura russa» nell’Ucraina dell’est.

11.00 – Giochi di potere all’ombra della strage di Odessa: il presidente illegittimo Turchinov ha firmato stamattina due decreti, con i quali fa decadere l’incarico a governatore di Vladimir Nemirovskij (partito Patria, di Timoshenko) e assegna la presidenza dell’Amministrazione Statale nella Regione di Odessa a Igor Palitsa, deputato “indipendente”, un fedelissimo dell’oligarca Kolomojskij – finanziatoredel Pravyj Sektor e governatore di Dnepropetrovsk.
Palitsa, altro oligarca con un patrimonio di 82 milioni di dollari (dati Forbes), è stato eletto deputato in Volinia (nord ovest) e vive in Svizzera: non ha quindi nessun legame con la regione a cui è stato assegnato. L’unica motivazione, in mancanza di spiegazioni da parte della giunta, è il tentativo di rafforzare il potere di Kolomojski nell’area – di cui già gli ucraini raccolgo i risultati. (dalla pagina facebook “Con l’Ucraina antifascista”)

La situazione alle 10.30

Da giorni sono in corso combattimenti assai cruenti in molte città dell’Ucraina orientale, e il numero delle vittime continua a salire di ora in ora man mano che l’intensità dello scontro aumenta.
Secondo i farneticanti comunicati del regime golpista di Kiev, solo ieri più di 30 “terroristi”, ossia militanti delle organizzazioni popolari e antifasciste, sarebbero già stati uccisi dalle forze armate ucraine – in realtà dalle milizie neonaziste di Settore Destro inquadrate nella ‘Guardia Nazionale’ – che tentano con alterni successi di riprendere il controllo dell’Est del Paese.
Il Ministro degli Interni di Kiev, Arsen Avakov, ha anche ammesso l’uccisione di quattro soldati e il ferimento di altri 20, ma secondo altre fonti il numero dei caduti tra le forze regolari e tra i paramilitari di Pravyi Sektor sarebbe più alto, e gli aggressori avrebbero perso anche alcuni elicotteri e mezzi blindati distrutti o danneggiati dalle difese popolari a Slaviansk e Kramatorsk.

ígor Strelkov, uno dei comandanti dei volontari della Repubblica del Donbass, ha ammesso ieri la morte di dieci persone, compresi alcuni ‘civili’, e il ferimento di una trentina di persone. 
Finora le forze golpiste non sono comunque riuscite a riprendere il controllo di Slaviansk, e per ore gli scontri si sono concentrati attorno alla torre delle televisione, che si trova ad Andreevka, un piccolo villaggio alla periferia della città controllata dalle Milizie Popolari che sono riuscite a respingere l’attacco dell’esercito e della Guardia Nazionale. 
La Russia da parte sua continua a chiedere all’Ue, all’Onu, agli Stati Uniti di fermare la giunta golpista e ha avvertito nelle ultime ore che una “catastrofe umanitaria” potrebbe svilupparsi nelle città bloccate dalle truppe fedeli al regime nazionalista nell’Ucraina orientale. “Si rileva – ha scritto il ministero degli Esteri di Mosca – che cominciano a prodursi una scarsità di medicine, delle interruzioni nelle forniture di derrate alimentari”.
Stamattina, la più popolosa città del Donbass, l’aeroporto è bloccato e tutti i voli sono stati cancellati per ordine dell’Aviazione di Stato ucraina. 

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