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Kiev: a sparare sulla folla a Majdan non furono i reparti speciali della polizia

Non furono gli agenti della Bérkut, l’unità speciale della polizia ucraina poi sciolta immediatamente dal nuovo regime dopo il colpo di stato di febbraio, a sparare indiscriminatamente sulla folla in piazza dell’Indipendenza a Kiev uccidendo molte decine di persone. E’ questa la conclusione alla quale è giunta la commissione parlamentare di inchiesta ucraina che ha anche analizzato le perizie sui bossoli sparati dai cecchini giungendo alla conclusione che le pallottole usate non sono quelle utilizzate dalle forze speciali.

Secondo la versione offerta durante un intervento in Parlamento del presidente della Commissione di Inchiesta, Guennadi Moskal (membro del partito nazionalista Patria, quello di Yulia Tymo­shenko) alcuni membri delle “organizzazioni sociali sono sfuggiti al controllo”, anche se però non si precisa quali. Di fatto la commissione parlamentare smentisce che a causare la strage siano state forze fedeli al governo allora in carica – poi destituito dai golpisti filoccidentali – e avvalora la tesi che a sparare sulla folla e contro la polizia furono elementi interni al movimento di protesta, come già altre fonti avevano affermato nei mesi scorsi. In particolare, subito dopo il golpe, in una telefonata intercettata dai servizi segreti russi tra il ministro degli Esteri estone Urmas Paet e la responsabile della politica estera dell’Unione Europea Catherine Ashton il primo aveva parlato esplicitamente della possibilità che a sparare su manifestanti e poliziotti per alzare la tensione e giustificare l’assalto violento delle milizie di estrema destra contro le sedi istituzionali fossero stati elementi contigui alle forze dell’allora opposizione e oggi al governo.

Dopo il golpe per sviare i sospetti sul nuovo governo le autorità avevano fatto arrestare 12 agenti della Berkut, accu­sati di essere i cec­chini che il 20 febbraio fecero strage di manifestanti e poliziotti. Ma ora le accuse sono cadute. E così il Par­tito delle regioni dell’ex pre­si­dente Yanu­ko­vich ha chie­sto l’istituzione di una nuova inda­gine sui fatti di febbraio. 

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