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Ancora tensione alta tra Cina e Vietnam

Si placano in quest eore le proteste anti-cinesi in corso in Vietnam da alcuni giorni, dopo che le autorità di Hanoi hanno dispiegato reparti di agenti antisommossa nelle regioni dove si concentra la presenza economica cinese del paese.
Decine di impianti produttivi di proprietà delle aziende cinesi, ma anche taiwanesi e singaporeani sono stati assaltati, saccheggiati e incendiati nei giorni scorsi ed altri sono stati chiusi a causa di un’ondata anti-cinese – che ha provocato 21 morti e decine di feriti – scatenata da una scaramuccia tra imbarcazioni cinesi e vietnamite al largo delle isole Paracel, presso una piattaforma petrolifera istallata dai cinesi in acque rivendicate da Hanoi e ricche di giacimenti petroliferi.

Questa mattina il ministro vietnamita della Pianificazione e degli Investimenti, Bui Quang Vinh, ha avvertito in un’intervista concessa alla Rivista degli investimenti in Vietnam (Bao Dau Tu) che un prolungarsi della crisi potrebbe allontanare gli investitori stranieri, segnalando l’estendersi delle proteste dalla provincia meridionale di Binh Duong ad altre 21.

Il governo di Pechino ha confermato che non ritirerà la piattaforma per prospezioni petrolifere nell’area contesa e lo ha fatto proprio in visita agli Usa, paese coinvolto in un ridispiegamento delle proprie forze e della propria influenza in Asia-Pacifico, che molto punta sulla collaborazione di paesi alleati o amici, come le Filippine, che nel Mar cinese meridionale hanno a loro volta un contenzioso aperto con la Cina. “Continueremo a garantire la sicurezza della piattaforma petrolifera e a far sì che le operazioni possano proseguire” ha confermato il capo di stato maggiore dell’Esercito di liberazione popolare Fang Fenghui, dopo colloqui al Pentagono. Fang ha confermato che Pechino ritiene di avere la sovranità sull’area marittima al centro delle tensioni di questi giorni e che l’azione vietnamita è parte “della strategia di alcune nazioni del Sud-Est asiatico per sfruttare a loro beneficio l’alleanza con gli Stati Uniti”.

Intanto, mentre è confermata la fuga di centinaia di cittadini cinesi dal Vietnam verso la Cambogia, proprio il governo di Phnom Penh ha proibito ai vietnamiti immigrati di manifestare contro il partner cinese. Manifestazioni anti-cinesi da parte di esuli o lavoratori vietnamiti si sono registrate nella capitale tailandese Bangkok, mentre Tokyo ha invitato alla cautela i vietnamiti in Giappone. Associandosi a Cina, Taiwan e Singapore, anche la Thailandia ha chiesto al governo di Hanoi di proteggere i propri cittadini e i propri interessi nel paese.

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