Alle 12 di oggi – le 17 ora locale – le Forze armate della Thailandia hanno dichiarato il colpo di stato, estromettendo l’esecutivo guidato dal premier provvisorio Nitthamronrong Boonsongpaisan, in carica solo dal 7 maggio, dopo che una sentenza della Corte costituzionale aveva esautorato la premier Yingluck Shinawatra e altri nove ministri per abuso di potere.
Come ieri anche oggi il primo ministro non si era recato a un incontro convocato dal Comando per il mantenimento della pace e dell’ordine, l’organo di gestione della legge marziale. L’obiettivo dell’incontro era individuare le posizioni delle parti e cercare una possibile mediazione.
Oltre ai vertici militari ai colloqui hanno partecipato i leader della protesta anti-governativa e quelli del movimento filo-governativo del Fronte unito per la democrazia contro la dittatura (Ud, meglio conosciuto come Camicie Rosse), i responsabili dei due maggiori partiti, il Puea Thai al potere e il Democratico all’opposizione, nonché esponenti del Senato e della Corte costituzionale.
Le notizie ancora frammentarie, diffuse da circa un’ora dai vertici delle Forze armate per via televisiva, inframmezzate da musiche patriottiche, segnalano l’arresto di molti dei partecipanti all’incontro. Praticamente azzerata la leadership del movimento di protesta guidato da Suthp Thaugsuban come pure del movimento filo-governativo delle Camicie Rosse.
I militari hanno preso atto della distanza tra le opposte fazioni al centro della crisi e dell’assenza di una volontà dell’esecutivo, assediato e dimezzato, di farsi da parte.
La decisione avrà conseguenze, anche su piano economico e della credibilità internazionale. Soprattutto, si attendono reazioni interne. Subito dopo l’annuncio del colpo di stato, l’esercito è entrato nell’accampamento delle Camicie Rosse alla periferia della capitale, e lo hanno sgomberato di migliaia di simpatizzanti accampati da una decina di giorni.
L’agenzia di rating Moody’s proprio oggi aveva segnalato che l’intervento militare potrebbe anticipare un rating negativo del paese, in stallo politico ed economico. In giornata si erano registrate reazioni alla censura e dubbi anche sulle reali intenzioni dei militari, dopo un intervento non giustificato dalla situazione delle ultime settimane, anche se ha forzato la pace, per ora, e le parti a incontrarsi. Si attende ora la reazione delle Camicie Rosse e dei sostenitori dei partiti della maggioranza che hanno le roccaforti nel Nord e nell’Est del paese, lontano da Bangkok.
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