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L’Onu accusa il Vaticano: viola la Convenzione contro la Tortura

Hai voglia a mostrare buona educazione salutando e augurando buon pranzo dal balcone di Piazza San Pietro o a farsi i ‘selfie’ insieme alle groopie… pardon, fedeli.

Dopo il superattico da 700 metri di Tarcisio Bertone e altre ‘piccolezze’ del genere, ora sul Vaticano si abbatte la tegola di un’accusa nientemeno che da parte delle Nazioni Unite. Secondo le quali il Vaticano ha violato la Convenzione contro la Tortura in alcuni in cui avrebbe potuto evitare abusi sessuali e invece non l’ha fatto, o in occasioni in cui avrebbe dovuto svolgere indagini e denunciare i responsabili delle violenze sessuali e non lo ha fatto.
A lanciare l’anatema è stato il Comitato contro la Tortura e i trattamenti disumani delle Nazioni Unite che ieri ha presentato le sue conclusioni rispetto a un documento tutto dedicato allo Stato Vaticano.
“Noi non affermiamo che il Vaticano è responsabile di tutte e di ognuna delle violazioni commesse da ogni prete. Ma affermiamo che la Santa Sede ha violato la Convenzione nei casi in cui, pur informata degli abusi sessuali, ignorò le accuse, e per quanto ne sappiamo è successo in almeno 50 casi” ha spiegato la relatrice Felice Gaer. La principale conclusione a cui è giunta la commissione delle Nazioni Unite è che la responsabilità della Santa Sede non può essere limitata al territorio dello Stato Vaticano, visto il controllo e l’autorità che esso esercito ovunque esistano istituzioni ecclesiastiche. “In molti casi il Vaticano era stato messo a conoscenza delle violenze sessuali e non è intervenuto. In altri era informato e invece di perseguire e punire i responsabili degli abusi si è limitato a trasferirli da un’altra parte” ha spiegato Felice Gaer, che poi ha aggiunto: “Lo Stato in questione è responsabile degli atti e delle omissioni dei suoi funzionari e di tutti coloro che agiscono a nome dello Stato a tutti i livelli. Questa responsabilità si estende alle azioni o omissioni dei funzionari dello Stato presenti anche all’estero”. Di fatto la conclusione a cui è giunto il Comitato dell’Onu contro la Tortura ribalta l’interpretazione classica del Vaticano che si è sempre giustificato affermando di non avere alcuna giurisdizione penale e quindi responsabilità per i delitti commessi da sacerdoti in altri paesi. Felice Gaer ha ricordato che ogni stato, Vaticano compreso, ha l’obbligo di evitare che si commettano abusi sessuali, di indagare sulle denunce ricevute, di perseguire i responsabili e di risarcire le vittime. E quindi dovrebbe, ad esempio “sospendere immediatamente dalle sue funzioni i sacerdoti o i funzionari accusati di abusi per evitare la possibilità che questi si ripetano e possibili intimidazioni alle vittime”. Una volta accertata, attraverso una inchiesta, la reale responsabilità dell’accusato, questi dovrebbe essere privato della propria condizione di sacerdote e comunque sempre denunciato alle autorità civili dello Stato dove l’abuso è stato commesso affinché venga punito anche sulla base della legge di quel paese.

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1 Commento


  • amilcare

    la chiesa cattolica è uno stato nello stato che da decenni si appropria dei beni del paese anche con donazioni derivate da lusinghe e timore di dio; ha beni immensi, a roma tre case su quattro gli appartengono, metà valle d’Aosta è sua; e abbiamo il coraggio di finanziare le sue scuolle cattoliche? io fossi lo stato li manderei tutti con un saio a pregare e coltivare le piantine nelle abazie e sequestrerei i beni rubati, cosi si pareggerebbero i conti.

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