In guerra è normale che le due parti diano versioni decisamente opposte degli stessi eventi. La nostra stampa non fa eccezione e riporta soltanto e sempre la versione dei nazisti al governo in Ucraina, sponsorizzata dagli Stati Uniti.
Per questo cerchiamo di dare anche notizie “diverse”, in modo che i lettori possano formarsi un’opinione disponendo di qualche dato in più.
il Ministero della Difesa della Federazione Russa, per esempio, comunica di aver accertato che sulla rotta del Boeing 777 malese volava un caccia dell’aviazione ukraina, un Su-25.
La stessa fonte comunica che i controlli hanno mostrato come l’aereo malese avesse deviato di 14 km dalla rotta dopo aver sorvolato Donetsk.
Sulla stessa pagina di NTV scrivono come nello stesso periodo di tempo fossero in volo altri due aerei passeggeri (Copenhagen-Singapore e Copenhagen-Dehli) e l’aereo malese avesse improvvisamente ridotto la velocità di circa 200 km/h. Il che dovrebbe significare che i piloti dell’aereo abbattuto si erano allarmati; per quale motivo dovrebbe esser stato registrato nelle due scatole nere.
Le quali, proprio stamattina, in assoluta ma non rilevata contraddizione con quanto vanno cianciando leader occidentali e media di regime (“distruggono le prove”), sono state consegnate agli unici soggetti che ne avevano diritto: la società aerea e esperti del governo malese.
Gli esperti malesi hanno firmato un protocollo con i dirigenti delle forze filorusse. “A nome del governo malese ringraziamo la Repubblica di Donetsk di averci riconsegnato le due scatole nere, che sono di proprietà della Malesia. Vedo che sono praticamente intatte”, ha poi dichiarato uno dei tecnici malesi.
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Sul sito di Kommersant si legge oggi, tra l’altro, che
<Sarà possibile dire per quale ragione l’aereo abbia deviato dalla rotta soltanto dopo aver decifrato le registrazioni di bordo e i colloqui dei piloti con il servizio di assistenza ukraino, ha dichiarato il responsabile della direzione operativa dello stato maggiore Andrej Kartapolov. Lo stesso ha puntualizzato che un aereo civile può effettuare una così sensibile deviazione dai limiti del corridoio aereo o su ordine del servizio di assistenza aerea, oppure per aggirare un fronte di tempesta e la manovra deve ricevere obbligatoriamente l’assenso dei servizi a terra.
Inoltre, come dichiarato da Kartapolov, il giorno del disastro del Boeing 777, la sezione della difesa antiaerea ukraina nella regione di Donetsk contava “tre o quattro” sistemi ZRK (Zenitnyj Raketnyj Kompleks: sistema missilistico antiaereo) “Buk-M1” e il corridoio aereo dell’aviogetto abbattuto rientra nella loro zona operativa. Come prova, il Ministero (della difesa) ha presentato foto dallo spazio dei luoghi in cui sono dislocati i ZRK ukraini, scattate dal 14 al 18 luglio. Dalle foto, si vede che una delle batterie “Buk” nel giorno dell’abbattimento del Boeing si trovava nell’area del villaggio di Zaroshenskoe, 50 km più a est di Donetsk e 8 km più a sud di Shakhtersk, vicino al territorio controllato dalle milizie volontarie. Soltanto il 18 luglio la batteria abbandonava la posizione.
E sempre il rappresentante dello Stato maggiore ha dichiarato che il 17 luglio i canali radio 9S18 “Kupol M1” del sistema “Buk” fecero registrare una particolare intensità di lavoro: nel giorno in cui il Boeing fu colpito erano in funzione 9 radiostazioni e il giorno seguente solo 4. D’altronde, al Ministero della difesa non si sono fornite informazioni sul rilevamento del lancio di missili “terra-aria” nella zona in cui fu abbattuto il Boeing; però si è smentita la notizia della fornitura alle milizie del Donbass di qualsivoglia tipo di armamento, anche del tipo “Buk”, con cui è stato abbattuto l’aereo.
Smentita anche la notizia ufficiale ukraina secondo cui al momento dell’abbattimento del Boeing nella zona di Donetsk non c’erano aerei militari, – è stata registrata “la quota di volo dell’aereo dell’aviazione militare ukraina, presumibilmente un Su-25” in direzione dell’aereo civile malese, “per di più il caccia si trovava a 3-5 km dallo stesso”. Da parte sua il responsabile della direzione delle forze aeree russe Igor Makushev ha aggiunto che il servizio di assistenza aerea russo, “avendo richiesto al velivolo apparso di qualificarsi”, non ricevette risposta, dato che, presumibilmente, non era fornito del sistema di doppio riconoscimento, come è d’uso per gli aerei militari. Dopo che il Boeing scomparve dai radar, l’aereo militare, secondo le sue parole, “fece barra sopra l’area in cui era caduto il mezzo civile”. (traduzione di Fabrizio Poggi)
E dubbi seri cominciano a circolare anche tra i filoamericani più insospettabili e fedeli. Leggiamo da “Il Giornale”:
Da “Il Giornale”
“Washington continua a non esibire alcuna prova concreta. Una circostanza alquanto strana visto che l’area dell’abbattimento era sicuramente sotto il controllo dagli aerei Awacs in volo sui cieli del Baltico e dei satelliti Cia pronti a raccogliere prove sul coinvolgimento russo nel conflitto. La latitanza dei satelliti statunitensi appare ancor più strana alla luce delle foto esibite ieri dal capo del controspionaggio ucraino Vitaly Nayda.Nelle immagini si vedono tre sistemi anti aerei Buk 1, dello stesso tipo di quelli che avrebbero abbattuto il Boeing, muovere dalle aree ribelli verso il confine russo. Le foto scattate nella notte successiva alla tragedia proverebbero che i tre blindati sono stati fatti velocemente rientrare in Russia. Ma come mai i sistemi di osservazione satellitare americani studiati e progettati per individuare l’emergere di minacce impreviste su territori ostili non ne hanno segnalato l’arrivo? E come mai, ore dopo lo schianto, gli stessi satelliti americani non hanno colto i movimenti dei sistemi d’arma immortalati invece dall’intelligence ucraina? Stranezze che fanno pensare. E dubitare. Anche perché il primo caduto di ogni guerra è sempre la verità.”
(dalla bacheca di Sonja Esther S )
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