Da due dichiarazioni rese nelle ultime ore dai massimi esponenti del governo statunitense sembra proprio che Washington voglia caricare a testa bassa contro la Russia, cercando di spingere contro Mosca anche un’Unione Europea titubante ma finora collaborativa nei confronti della strategia di isolamento internazionale, economico e militare del paese governato da Vladimir Putin.
In una lunga intervista concessa a La Stampa il segretario di stato John Kerry interviene sulla crisi aperta in Ucraina dal golpe filoccidentale di febbraio – definendola “una delle sfide più grandi” – e su cosa potranno fare insieme su questo Stati Uniti e Ue durante il semestre di presidenza italiana. L’obbiettivo comune, dice Kerry, è costringere Putin a interrompere il sostegno ai cosiddetti ‘separatisti’ e intraprendere il cammino della pace.
“Il tragico abbattimento dell’aereo malese che ha tolto la vita a così tante persone innocenti, la maggior parte cittadini dell’Ue, sottolinea il pericolo che la situazione attuale presenta per tutti noi – dice Kerry – Dobbiamo mettere fine a questa crisi ora, e dobbiamo impedire che questo genere di eventi terribili possa accadere ancora. tutti abbiamo detto le cose giuste, Stati uniti, Unione europea, e Russia: i separatisti devono impegnarsi ad accettare un cessate il fuoco, restituire i posti di frontiera che hanno preso, e rilasciare tutti gli ostaggi. Ma mentre gli Stati uniti, la Ue e gli ucraini hanno dato seguito alle loro parole forti con azioni concrete, la Russia ha semplicemente evitato di farlo. Come ha detto lo stesso ministro degli esteri italiano Mogherini, abbiamo bisogno di una “forte e unitaria risposta della Ue”, per far capire che questo comportamento è inaccettabile. Dobbiamo mantenere alta la pressione, come noi abbiamo fatto imponendo sanzioni di livello crescente. Durante la leadership italiana della Ue vogliamo lavorare a stretto contatto con le autorità ucraine e i nostri alleati europei, per portare entrambe le parti del conflitto al tavolo del negoziato, far diminuire le tensioni con la Russia e con i separatisti appoggiati dalla Russia, difendere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, e sostenere il suo popolo mentre lavora per rafforzare la democrazia e prende le decisioni riguardo il proprio futuro. Questo è un diritto basilare, che noi che viviamo nelle democrazie occidentali certe volte possiamo dare per scontato, ma è la ragione per cui gli ucraini hanno resistito insieme per mesi sul Maidan, attraverso tutte le intemperie e le minacce di violenza. Hanno resistito per il diritto di determinare il futuro del proprio paese e di loro stessi» ha detto Kerry al quotidiano italiano con sprezzo del ridicolo ma delineando chiaramente qual è la strategia della Casa Bianca per i prossimi mesi.
«La tragedia del volo mh17 ha reso chiaro ciò che avevamo a lungo paventato: ci sono conseguenze per l’escalation del conflitto nell’ucraina orientale che vanno ben oltre i confini dell’Ucraina. Il loro impatto non potrà essere localizzato o contenuto. Gli Stati uniti e l’Europa lavoreranno con il governo ucraino e gli investigatori internazionali per portare davanti alla giustizia i responsabili dell’abbattimento del volo mh17. Il presidente Putin e il governo russo hanno la responsabilità del supporto fornito ai separatisti, le armi e l’addestramento che hanno dato loro, e che continuano a dare, incredibilmente, anche dopo l’abbattimento dell’aereo malese» ha continuato Kerry, evitando di citare le varie fonti anche occidentali secondo le quali l’aereo di linea abbattuto sui cieli dell’Ucraina sarebbe stato buttato già da un missile ucraino e non dai cosiddetti separatisti.
Kerry intervene anche sul tema sanzioni. «le sanzioni hanno avuto un impatto sulla Russia, e quando gli Usa e l’Europa sono uniti, l’impatto può essere profondo. Noi tutti siamo d’accordo nella preferenza per una soluzione diplomatica, ma quando la Russia continua l’escalation del suo sostegno per i militanti violenti nell’ucraina orientale, incluso il tipo di armi che hanno abbattuto il volo mh17, noi dobbiamo imporre dei costi. accogliamo con favore la recente decisione dell’Unione Europea di aggiungere 15 nomi e 18 enti alla sua lista delle sanzioni, mettendo davanti alle loro responsabilità coloro che hanno compiuto azioni contro l’integrità territoriale dell’Ucraina, incluse quelle per ottenere l’annessione della Crimea attraverso la forza. gli Stati Uniti sono pronti a considerare ulteriori passi, e ci stiamo coordinando con gli alleati del g7 ed europei. Il nostro obiettivo è convincere il presidente Putin a sostenere le sue parole con azioni concrete, in modo che possiamo unirci nel perseguire un cammino per la pace”.
Anche il presidente statunitense Barack Obama è intervenuto sulla questione affermando di non essere personalmente “deluso” per quanto riguarda i suoi rapporti con la Russia ma di essere convinto che la presidenza Putin alla lunga possa risultare dannosa per il paese.
Parlando in un’intervista all’Economist tradotta da Repubblica, Obama dice: «Non mi sento deluso. Abbiamo avuto un rapporto molto produttivo con il presidente Medvedev. Penso che la Russia ha sempre avuto un po’ un volto di Giano, che guarda ad est e ad ovest, e credo che il presidente Putin rappresenti una tendenza profonda in Russia, che è probabilmente dannosa per la Russia nel lungo termine, ma che nel breve termine può essere politicamente popolare a livello nazionale e molto fastidiosa all’estero. È importante mantenere la prospettiva. La Russia non produce nulla. Gli immigrati non corrono a Mosca in cerca di opportunità. L’aspettativa di vita dell’uomo russo è di circa 60 anni. La popolazione sta diminuendo. E così dobbiamo rispondere con determinazione alle sfide regionali che di fatto la Russia presenta. Dobbiamo essere sicuri laddove improvvisamente sono tornate nelle discussioni di politica estera le armi nucleari. Finché lo faremo, penso che la storia sarà dalla nostra parte».
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