Malgrado i moniti americani e le minacce da parte del Presidente della Commissione Europea Josè Manuel Barroso, il governo russo in accordo con il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha deciso di inviare un convoglio di aiuti umanitari alle popolazioni delle regioni orientali dell’Ucraina assediate dall’esercito di Kiev.
Una carovana composta da ben 280 camion, carichi di aiuti di emergenza, è partita da Mosca all’alba di oggi diretta verso le città del Donbass completamente isolate dalle truppe agli ordini del regime golpista di Kiev che nei giorni scorsi ha detto no all’apertura di corridoi umanitari che permettessero di rifornire gli abitanti stremati di Donetsk e Lugansk di generi alimentari, acqua e medicine.
Per giungere a destinazione il convoglio dovrà percorrere un migliaio di chilometri in direzione sud-ovest, e impiegherà un paio di giorni. «È stato tutto concordato con l’Ucraina», ha assicurato Dmitry Peskov, portavoce del presidente Vladimir Putin, replicando indirettamente a Barack Obama, che aveva definito «inaccettabile» qualsiasi intervento russo in territorio ucraino. Da giorni i governi occidentali e la stampa embedded di Usa e Ue insistono sul fatto che Mosca vorrebbe mascherare la penetrazione di proprie truppe nel Donbass mascherando l’operazione militare dietro lo schermo della missione umanitaria.
Ancora ieri pomeriggio l’Ue ha messo in guardia Putin dall’intraprendere qualsiasi azione nell’Est dell’Ucraina, «sotto qualsiasi pretesto». Contemporaneamente anche il presidente statunitense Obama e il premier italiano Matteo Renzi hanno sottolineato che la missione umanitaria russa in Ucraina puo’ attuarsi «solo con il consenso formale e l’autorizzazione» di Kiev. «Qualsiasi passo russo non in linea con queste condizioni», si legge in una nota della Casa Bianca emessa ieri, «sarebbe inaccettabile, violerebbe la legalità internazionale e condurrebbe all’emanazione di ulteriori sanzioni» contro Mosca. Ma per ora sembra che l’esecutivo russo voglia sfidare l’ostracismo occidentale.
«Il convoglio consegnerà circa 2.000 tonnellate di aiuti umanitari, raccolti dai moscoviti e dagli abitanti della regione di Mosca per la gente dell’Ucraina orientale», ha dichiarato il portavoce dall’amministrazione regionale di Mosca. Secondo quanto riferito ai media la colonna di camion trasporta 400 tonnellate di cereali, 100 tonnellate di zucchero, 62 di cibo per bambini, 54 tonnellate di prodotti e attrezzature medico-sanitarie, dodicimila sacchi a pelo e 69 generatori elettrici portatili.
Il regime nazionalista ucraino contesta che esista una emergenza umanitaria nelle regioni sud-orientali e parla di propaganda russa. Lo ha fatto ancora lo scorso 5 agosto l’ambasciatore di Kiev Aleksandr Pavlichenko che nel corso del dibattito del Consiglio di Sicurezza ha affermato che “non vi è alcuna crisi umanitaria in Ucraina, come i nostri colleghi russi continuano ad affermare”. Eppure secondo John Ging, direttore della Divisione di Coordinamento e Risposta dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) delle Nazioni Unite, quasi 4 milioni di persone vivono in zone interessate da combattimenti e bombardamenti, 118000 persone in fuga dagli insorti del Donbass si sono trasferite in altre regioni dell’Ucraina, mentre altre 740000 in fuga dall’esercito ucraino si sono rifugiate in Russia, per un totale di quasi 900 mila sfollati. Nella regione ci sono circa 1,5 milioni di abitanti di Donetsk, Lugansk ed altre città e villaggi che da settimane vivono assediate e sottoposte a continui bombardamenti da parte delle truppe ucraine, senza possibilità di scappare visto l’assedio governativo.
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