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Turchia: Erdogan schiva indagini per corruzione e denuncia spionaggio Usa

Le autorità turche hanno arrestato nelle ultime ore una ventina di poliziotti nel corso dell’ennesima retata contro un presunto progetto, da parte di apparati statali paralleli, di rovesciare il governo del presidente Recep Tayyip Erdogan e impossessarsi così del potere con una sorta di golpe giudiziario. Secondo i media turchi la polizia ha condotto gli arresti questa mattina presto, compiendo irruzioni e arresti in 16 diverse città, tra cui Istanbul e Izmir. Tra gli agenti arrestati c’è Yakup Saygili, l’ex capo dell’unità anti-corruzione della polizia.

Cala così definitivamente il sipario sullo scandalo per corruzione che ha rischiato di travolgere il governo turco lo scorso dicembre e al quale Erdogan ha risposto con estrema durezza rafforzando la censura su internet e sulla stampa, facendo arrestare centinaia di poliziotti accusati di spiarlo e di fabbricare prove false e facendo destituire o trasferire ad altro incarico agenti, magistrati e avvocati in tutto il paese.

Proprio questa mattina la procura di Istanbul ha archiviato anche il secondo filone dell’inchiesta a carico di 96 imputati tra cui il figlio del presidente turco Bilal Erdogan, quello del faccendiere Riza Sarraf e i figli degli ex-ministri Salih Kaan Caglayan e Baris Guler accusati di concussione, concessione illegale di permessi edilizi e riciclaggio di denaro sporco. Secondo i pubblici ministeri l’obiettivo dell’inchiesta era “rovesciare con la forza il governo e impedirgli di svolgere tutte o parte delle sue funzioni” recita la sentenza emessa stamattina. Il primo filone dell’inchiesta a carico del figlio del’ex-ministro dell’Ambiente Erdogan Bayraktar, dell’imprenditore edile Ali Agaoglu e di altri 60 imputati era già stata archiviata a inizio maggio per “mancanza di prove”.
Il 17 dicembre del 2013 erano scattate le manette per decine di uomini d’affari vicini al governo, funzionari pubblici e politici di primo piano del Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) del premier, poi tutti scarcerati su pressione dell’esecutivo.
Erdogan, dopo i primi arresti, ha puntato il dito contro l’ex-amico Fethullah Gulen, il potente imam e imprenditore alla guida di “Hizmet”, una ramificata confraternita religiosa con molti membri nella polizia e nella magistratura che ha favorito l’ascesa al potere di Erdogan fin da quando era sindaco di Istanbul ma che poi ha rotto con il ‘sultano’ circa due anni fa. Per ridimensionare il ruolo della confraternita nelle istituzioni l’Akp ha approvato in parlamento norme per garantire al governo un maggiore controllo sugli organi dello stato e per togliere i finanziamenti alla fitta rete di scuole religiose di proprietà di ‘Hizmet’.

La Turchia ha annunciato oggi di aver convocato l’incaricato d’affari degli Stati Uniti ad Ankara per chiedere spiegazioni sulle notizie secondo le quali Washington avrebbe intensamente spiato i leader turchi dal 2006 in poi. Pubblicando alcuni documenti resi pubblici da Edward Snowden il settimanale tedesco Der Spiegel ha svelato nei giorni scorsi che Stati uniti e Gran Bretagna hanno realizzato un’estesa sorveglianza elettronica delle attività della leadership turca. Der Spiegel ha scritto che l’obiettivo delle intercettazioni era di raccogliere informazioni sulle intenzioni strategiche del leader turco Erdogan, da giovedì scorso nominato presidente della repubblica.
“L’incaricato d’affari Usa è stato convocato presso il ministero degli Esteri per chiedere spiegazione”, ha detto il vicepremier Bulent Arinc ai giornalisti ad Ankara. 

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