La democrazia è sempre più un simulacro vuoto, anche – soprattutto – a livello europeo. Basta vedere cosa è accaduto a Strasburgo il 2 settembre scorso. Prima il deputato europeo spagnolo Javier Couso – fratello di Josè Couso, giornalista ucciso da un carro armato statunitense in Iraq nel 2003, eletto nelle liste di Izquierda Unida – e poi Pablo Iglesias, portavoce del movimento civico di sinistra Podemos, vengono zittiti dal presidente della commissione esteri del Parlamento Europeo. La loro ‘colpa’? Aver chiesto alla nuova Alta Rappresentante dell’Ue per la Politica Estera, Federica Mogherini, conto di alcune sue posizioni riguardo alla questione ucraina.
Prima il vicepresidente del Comitato Affari Esteri del Parlamento Europeo è costretto ad alzare la voce per concludere il suo breve intervento e poi al suo collega Pablo Iglesias viene tolta la parola dopo appena un minuto, segno che le loro domande – in buona parte banali per chi ne sa qualcosa di politica estera e di questioni internazionali – sono state considerate inopportune e che neanche a livello formale è possibile mettere in discussione la linea dei poteri dominanti neanche in un organo senza poteri quale è il Parlamento di Strasburgo.
Vediamo – per chi non conosce il castigliano – cosa hanno detto i due parlamentari spagnoli. Javier Couso prima ringrazia “per l’opportunità di poter fare delle domande” e poi va subito al sodo, senza giri di parole: “Dopo aver letto il programma della presidenza italiana ho una preoccupazione profonda sulla questione dell’Ucraina. Come potete parlare così tranquillamente nel vostro programma di presidenza semestrale di processo di normalizzazione e stabilizzazione interna quando la situazione ucraina è il risultato di un colpo di stato? Il documento non cita neanche la partecipazione di elementi neonazisti e dell’ultradestra nel governo e neanche le intromissioni degli Stati Uniti nella formazione del governo di Kiev, ad esempio le ingerenze della signora Nuland quando diede indicazioni al suo ambasciatore su alcuni nomi che poi sono entrati a far parte del governo”. Quando i suoi colleghi in sala già rumoreggiano Couso passa alle domande aumentando il tono della voce e la velocità dell’eloquio: “Lei legittima il colpo di stato perpetrato contro il governo ucraino nel febbraio scorso? La politica dell’Unione Europea deve essere mirata all’abbattimento di governi che non corrispondano alle condizioni economiche imposte da Bruxelles?”.
Poco dopo è il turno di Pablo Iglesias, anche lui ringrazia per la possibilità di porre domande ed entra nel merito: “Prima quando il mio collega di gruppo (Podemos è nella Sinistra Unita Europea ndr) Couso interveniva e definiva l’atteggiamento dell’Unione Europea come sostegno aperto a un colpo di stato, un membro di questa commissione lo ha chiamato ‘spagnolo stalinista’. Per non scaldare gli animi – precisa Iglesias – devo dire che non nutro nessuna simpatia per Stalin né per Putin né per Yanukovich però che volete che vi dica: l’Unione Europea ha appoggiato un trasferimento di potere illegale in Ucraina è sostiene un governo che ha al suo interno membri di un partito neonazista. Questa non è una mia opinione ma sono fatti. E non é certo la prima volta che si concede sostegno a un colpo di stato; come voi sapete uno dei nostri principali alleati, gli Stati Uniti, sostengono colpi di stato da decenni a partire dalla Dottrina Monroe passando per la Dottrina Truman, la diplomazia di Kissinger fino ai casi recenti dell’Honduras o dell’Egitto. Io credo…”. A questo punto il brusio in sala cresce di volume e la presidenza gli toglie la parola, non prima che il portavoce di Podemos riesca a dire uno sconsolato “non ci posso credere, l’oratore anteriore ha parlato per un minuto e mezzo”. Il dibattito parlamentare prosegue, e naturalmente nessuno risponderà alle domande dei due europarlamentari dubbiosi…
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