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Usa: poliziotto uccide un ragazzo nero, assolto. Nuovi scontri e arresti a Ferguson

Ogni città, ogni quartiere degli Stati Uniti è una potenziale Ferguson. Smentendo le promesse, per quanto vacue e generiche del primo presidente nero del paese, non passa giorno senza che le cronache non forniscano nuovi argomenti a chi accusa il sistema, e la sua polizia in particolare, di razzismo.

I riot e le manifestazioni di Ferguson sembravano ormai lontane, placate dalla retorica di Obama e dei suoi collaboratori, compreso l’agente di colore mandato nel ghetto di San Louis per convincere i residenti che ciò che era accaduto non accadrà mai più. Ma ciò che aveva scatenato la rabbia della comunità nera tenuta a bada da una polizia bianca – la morte del diciottenne Michael Brown ad opera dell’agente Darren Wilson il 9 agosto scorso – è accaduto di nuovo.
Anzi, per la verità, un’altra giovane vittima nera della polizia di Washington risale allo scorso 5 agosto quando a Beavercreek, sobborgo di Dayton, il 22enne di colore John Crawford è stato freddato dai colpi esplosi dalla polizia all’interno di un ipermercato della Wal-Mart. La sua colpa? Il ragazzo teneva in mano un fucile ad aria compressa che aveva preso dagli scaffali del negozio mentre parlava al cellulare con la moglie camminando nel reparto giocattoli del grande magazzino.
Un altro cliente del Wal-Mart lo vede, chiama il 911, e denuncia che un ‘nero armato e alto un metro e ottanta’ si aggira per il negozio minacciando le persone, e che addirittura “punta il fucile contro due bambini”.
Dopo neanche tre minuti – tutta la assurda scena viene ripresa dalle telecamere di sorveglianza – arrivano due agenti di polizia che intimano al ragazzo di gettarsi a terra e, senza neanche dargli il tempo di capire cosa stia succedendo, gli sparano due colpi che lo uccidono sul colpo. Tragedia nella tragedia: Angela Williams, la madre dei due bambini che la vittima avrebbe minacciato col finto fucile – le registrazioni mostrano che non è vero – è morta poco dopo la sparatoria per un infarto.
Naturamente l’uccisione ha destato rabbia e scandalo, e nella città dell’Ohio ci si aspettava che la giustizia punisse i poliziotti pistoleri. Ma così non è stato, tanto per cambiare, perché il Grand Jury dell’Ohio non ha neanche acconsentito che sulla vicenda si celebrasse un processo. Secondo il giudice i poliziotti avrebbero agito all’interno delle loro prerogative e non ci sarebbe stata nessuna violazione nell’uccisione del giovane nero padre di due figli. Abbattuto perché voleva comprare – forse – un fucile di plastica in un paese dove le armi da guerra si comprano ovunque senza grandi controlli. Ma John Crawford era nero, come Michael Brown e come anche Darrien Hunt, un’altra vittima recente dei giustizieri in divisa. A creare ancora più rabbia e sconcerto il fatto che il video che ritrae l’assurdo omicidio sia stato tenuto nascosto per settimane dagli inquirenti, e diffuso solo dopo l’assoluzione degli agenti responsabili di aver assassinato Crawford  senza alcun motivo.

E questa notte, forse sull’onda della notizia dell’assoluzione dell’agente Sean Williams nell’Ohio, diversi manifestanti sono stati arrestati dalle forze di sicurezza proprio a Ferguson, in Missouri, nel corso di duri scontri scoppiati dopo l’arrivo del locale capo della polizia, Tom Jackson, alla marcia organizzata in ricordo di Brown. Poche ore prima, Jackson aveva pubblicato un video per scusarsi con i genitori del ragazzo ucciso, dopo settimane di polemiche e richieste di dimissioni. Wilson non è accusato solo di guidare una polizia razzista e di essere quindi responsabile della morte di Michael Brown, ma è stato citato in giudizio insieme ai suoi sottoposti per l’uso indiscriminato di proiettili di gomma e di gas lacrimogeni contro i manifestanti della “sua” comunità.

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