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Isis. La “saggezza” di Rohani sferza i volenterosi bombardieri del Medio oriente

Non abbiamo particolate simpatia per le autorità di Teheran, ma occorre ammettere che le  parole del presidente iraniano Rohani, pronunciate nell’assemblea plenaria delle Nazioni Unite, contengano pillole di saggezza indiscutibili. “Tutti quelli che hanno avuto un ruolo nel finanziare e sostenere i gruppi terroristici devono ammettere i loro errori” e “scusarsi non solo con le passate generazioni, ma anche con le future”.  Sono state queste le parole con cui il presidente iraniano Hassan Rohani,  è intervenuto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, denunciando il pericolo dello Stato Islamico nella regione ma anche sottolineando come questa minaccia non sia nata dal nulla, anzi sia stata finanziata e coltivata da molti di quelli che oggi la denunciano come il principale incubo e magari inviano aerei e missili a bombardarne le milizie. “Le esperienze legate alla nascita di al-Qaeda, dei talebani e dei moderni gruppi estremisti hanno dimostrato che non si possono usare i gruppi terroristici per contrastare uno Stato rivale e poi restare indifferenti alle conseguenze dell’estremismo crescente”, ha dichiarato Rohani. “La ripetizione di questi errori, nonostante le conseguenze, lascia perplessi”, ha aggiunto il presidente iraniano. “Oggi – ha detto Rohani – devo di nuovo mettere in guardia dalla diffusione di estremismi e pericoli creati dall’inadeguata comprensione e da un approccio sbagliato a questo fenomeno”.  “L’aggressione militare contro l’Afghanistan e l’Iraq, e l’inappropriata interferenza in Siria, sono chiari esempi dell’approccio strategico sbagliato in Medio Oriente” da parte dell’Occidente, ha sottolineato  Il presidente iraniano ha sferzato, senza nominarli, i condottieri volenterosi della guerra contro l’Isis mettendone in evidenza le contraddizioni:” gli estremisti del mondo si sono trovati e hanno invocato che i militanti del mondo si unissero. Ma noi, siamo uniti contro gli estremisti?”.  

Il riferimento alle petromonarchie del Golfo, cioè i veri apprendisti stregoni dietro l’Isis e al Qaida ieri, è esplicito. Ma qualche frecciata l’ha riservata anche agli Stati Uniti e ai volenterosi bombardieri in Medio Oriente. In un altro passaggio ha infatti affermato che  il l’Iran “ha sempre creduto che la democrazia non possa essere trapiantata dall’estero”, ma che sia il “prodotto della crescita e della sviluppo, non della guerra e dell’aggressione”. “Non e’  un prodotto da esportazione che puo’ essere importato commercialmente da Occidente a Oriente”. Trasferire la democrazia “in una societa’ non sviluppata porta solo a un governo debole e vulnerabile”, ha concluso Rohani affermando quello che la realtà della destabilizzazione dovuta “all’esportazione della democrazia di stampo occidentale” ha provocato in modo evidente sotto gli occhi di tutti in Medio Oriente e non solo. Sembra averlo compreso solo parzialmente Mrs. Pesc, ovvero la neorappresentante della politica estera e di sicurezza europea, Federica Mogherini che ha avito un incontro bilaterale con il ministro degli Esteri, Javad Zarif, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Proprio l’Iran per la Mogherini potrebbe essere un ”Game Changer” perchè è ”uno dei Paesi piu’ importanti della regione” e potrebbe sostenere il governo iracheno, come gia’ ha fatto. Il tutto pero’ ruota intorno alla questione del nucleare. ”La situazione regionale sarebbe facilitata da un accordo sul nucleare. C’e’ un interesse comune, la sfida all’Isis, e l’Iran potrebbe svolgere un ruolo positivo e cruciale” ha affermato la Mogherini rimettendo dunque davanti un dossier sul quale le posizioni sono distanti. E sono distanti anche perchè sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti si ostinano a voler mantenere il doppio standard sul nucleare in Medio Oriente. Hanno consentito e consentono tutto ad israele, incluso il fatto che non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare, non accetta le conseguenti ispezioni dell’Aiea e possiede già almeno 200 testate nucleari, mentre solo gli altri paesi della regione dovrebbero accettare tutti i vincoli sul nucleare o addirittura rinunciarvi. E’ evidente che così non si fanno passi avanti.

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