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“No all’austerity”: più di centomila in piazza a Bruxelles, scontri con la polizia

Era una manifestazione organizzata dal composito fronte dei sindacati del Belgio quella che ieri ha portato in piazza quasi centocinquantamila persone nella capitale di un paese che di fatto non esiste più da tempo, spezzato in due da una faglia linguistica e culturale che ieri per un attimo è sembrata ricomporsi.
Ieri mattina infatti a Bruxelles sono arrivati in tanti, con i treni e gli autobus, da tutto il paese: operai, lavoratori pubblici, precari, disoccupati, studenti, attivisti di organizzazioni politiche della sinistra, fiamminghi e valloni.
Palpabile la rabbia contro le misure di austerità appena varate dal nuovo governo di destra
del primo ministro Charles Michel che ha detto chiaro e tondo che neanche il Belgio si salverà dai piani lacrime e sangue finora imposti dal nucleo duro dell’Unione Europea ai cosiddetti Piigs: aumento dell’età pensionabile a 67 anni, congelamento dei salari, privatizzazione delle ferrovie con drastici tagli al personale e aumenti delle tariffe. Allo stesso tempo il nuovo esecutivo, frutto di una lunga e snervante negoziazione tra le diverse forze politiche di centrodestra di Fiandre e Vallonia, è stato assai tenero nei confronti di imprenditori e finanza.

Forse perché non se lo aspettavano, forse perché sono abituati a difendere con determinazione conquiste sociali e welfare state, la risposta all’appello dei sindacati è stata più massiccia del previsto; secondo gli organizzatori erano almeno 30 anni che non scendeva così tanta gente in piazza. E per le prossime settimane sono già annunciate nuove manifestazioni e poi uno sciopero generale già convocato per il 15 dicembre contro l’annunciato taglio di 11 miliardi di spesa pubblica entro i prossimi 5 anni.

Il folto corteo è partito dalla Gare du Nord ed è sfilato per le vie del centro fino alla Gare du Midi, dove è arrivato intorno alle 13,30. Qui alcune centinaia di dimostranti, per lo più operai portuali di Zeebrugge e Anversa, hanno deviato dal percorso ufficiale cercando di passare per una via laterale. Ma sulla loro strada hanno trovato i cordoni della polizia che di fronte al tentativo di sfondamento dei lavoratori, dotati di maschere e bastoni, hanno risposto con idranti e lacrimogeni innescando scontri che sono durati due ore ed alla quale hanno partecipato anche altre centinaia di manifestanti.
I dimostranti hanno rovesciato e incendiato auto e cassonetti, eretto barricate e lanciato pietre, bottiglie e petardi contro le forze dell’ordine in tenuta antisommossa. Secondo la Croce Rossa sarebbero state almeno 14 le persone condotte in diverse strutture ospedaliere di Bruxelles ed un’altra decina quelle medicate in piazza. Secondo il ministero degli Interni belga sarebbe consistente anche il numero di manifestanti fermati e arrestati.
Da segnalare anche l’occupazione, durante la manifestazione, della sede della Fédération des enterprises du Belgique, la confindustria belga, che sostiene apertamente il governo e attacca i sindacati colpevoli, secondo la Feb di danneggiare il paese con scioperi e manifestazioni.

La risposta della piazza è stata assai più determinata e rabbiosa di quanto i sindacati promotori della mobilitazione avessero previsto e sperato e nel giorno in cui a Bruxelles si teneva la riunione dei Ministri delle Finanze dell’Eurozona anche il trasporto pubblico nella capitale dell’Unione Europea è rimasto praticamente quasi paralizzato.

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