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Grecia: la troika alza il prezzo. Scontri tra studenti e polizia

E’ un po’ che non si sente parlare di Grecia. O, nel caso in cui i media ne parlano, è per riportare le trionfanti dichiarazioni di qualche esponente politico locale o della troika europea secondi i quali finalmente il paese è uscito dal tunnel della recessione e della crisi ed è avviato verso orizzonti di progresso e prosperità. Basta farsi un giro ad Atene per rendersi conto che tra la propaganda e la realtà c’è un abisso.

Mentre il maggiore dei partiti di sinistra del paese, Syriza, ha ridotto progressivamente il conflitto sociale concentrando i suoi sforzi attorno alla richiesta che si vada a elezioni anticipate il più presto possibile (che pensa e spera di vincere) è in corso da settimane un duro braccio di ferro tra il governo di Atene e la Troika. Perché anche se ufficialmente la Grecia è uscita dalla fase dura della crisi, il triunvirato che veramente comanda sul paese ha chiesto a Samaras e soci di approvare ben 19 nuove riforme prima della fine del 2014. Tra le altre cose l’Unione Europea, la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario Internazionale ‘chiedono’ che il parlamento ellenico approvi subito l’aumento del tetto minimo di anzianità per andare in pensione e l’abolizione delle esenzioni che permettono ad alcune categorie professionali di lasciare il lavoro prima dei 65 anni di età. Inoltre la troika vuole agevolare l’acquisizione, da parte delle banche, di quelle prime case i cui proprietari non riescano a pagare il mutuo (condizione frequente in un paese dove la disoccupazione è superiore al 25%), pretende l’automo dell’Iva e che siano resi più facili e veloci i licenziamenti collettivi nel settore privato. Come se non bastasse i creditori internazionali vogliono anche la liberalizzazione del mercato del gas naturale e la ristrutturazione delle public utilities, con la chiusura di molte aziende pubbliche locali e di servizio.
Se la ‘crisi’ è finita perché la Troika pretende l’applicazione di nuove misure lacrime e sangue simili o addirittura peggiori rispetto a quelle già imposte con la forza negli ultimi anni e che hanno provocato un vero e proprio massacro sociale?
Se lo chiedono, questa volta, non solo le organizzazioni sociali e sindacali – in parte convinte che basterà mandare a casa Samaras e sostituirlo con Tsipras per convincere Angela Merkel ad essere più conciliante – ma anche i dirigenti e i deputati dei partiti di governo, Nuova Democrazia e Pasok. Che sanno bene che se dovessero obbedire di nuovo senza colpo ferire ai manovratori di Bruxelles potrebbero dire addio ad una possibile vittoria alle prossime elezioni generali e in molti casi alla rielezione. La verità è che Samaras e Venizelos – leader del centrodestra e del centrosinistra alleati nell’esecutivo – non sanno proprio che pesci prendere, e non hanno molto tempo per decidere il da farsi. Nel fine settimana infatti arrivano ad Atene i famigerati ispettori della troika che pretenderanno dai politici locali risposte certe e concrete.

E’ in questo contesto che oggi la Grecia celebra il 41esimo anniversario della rivolta del Politecnico, la prima insurrezione di massa da parte soprattutto degli studenti universitari che il 17 novembre del 1973, duramente repressa dal regime fascista, segnò l’inizio della fine della dittatura militare di estrema destra.
Com’è accaduto già in passato, anche quest’anno le autorità hanno deciso di usare la mano dura contro i tentativi di occupazione delle facoltà da parte dei giovani.
Già da ieri sera, infatti, su richiesta del Rettore dell’Università di Atene Theodoros Fortsakis, cordoni di agenti della polizia hanno circondato e blindato la Facoltà di Giurisprudenza per evitare la consueta occupazione da parte degli studenti, e misure simili sono state adottate anche per quanto riguarda altre facoltà mentre in totale ammontano a più di 7000 i poliziotti mobilitati in città per fronteggiare le proteste.
Questa mattina vari gruppi di studenti hanno tentare di forzare i blocchi della polizia e ne sono nati violenti scontri, con i reparti antisommossa che hanno utilizzato i lacrimogeni, mentre nel centro della capitale altri manifestanti hanno chiesto le dimissioni del rettore e l’allontamento della polizia dall’Università. Nei video si vedono agenti in tenuta antisommossa prendere letteralmente a pugni i giovani dimostranti scesi in piazza a mani nude e a volto scoperto. Due giovani sono rimasti seriamente feriti e sono stati condotti in ospedale per essere medicati.

Nuove manifestazioni studentesche sono state convocate per oggi pomeriggio nel centro della capitale ellenica.

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