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Istanbul: nazionalisti di sinistra attaccano marines Usa

Ieri ad Istanbul un gruppo di militanti dell’organizzazione nazionalista di sinistra TGB – Unione della Gioventù Turca (in turco Türkiye Gençlik Birliği) – ha intercettato tre marines statunitensi di stanza a bordo della nave da guerra Uss Ross, reduce da alcune esercitazioni nel Mar Nero, e li ha circondati e attaccati. 

“Voi dichiarate di essere membri dell’esercito degli Stati Uniti ma per noi siete solo degli assassini e vi vogliamo fuori dalla nostra terra” ha gridato uno dei membri dell’organizzazione nazionalista turca. E poco dopo dalle parole si è passati ai fatti, con i tre marines che sono stati prima bersagliati con vernice rossa al grido di “Yankee Go Home”.
Dopodiché ai tre i contestatori hanno tentato di mettere in testa dei sacchetti di plastica. “Le buste che abbiamo messo in testa ai soldati americani sono per le nazioni di Palestina e Siria” ha spiegato in un comunicato il TGB, formazione politica fortemente criticata da una parte della sinistra rivoluzionaria turca perché giudicata eccessivamente sciovinista.
Nel video che sta facendo il giro del mondo si vedono i tre marines fuggire rincorsi dai militanti dell’organizzazione che si ispira al fondatore della Turchia laica, Mustafà Kemal, e si oppone oltre che all’imperialismo statunitense anche all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea. 

Il gesto è stato valutato dai media come una vendetta nei confronti di quanto avvenne nel 2003 a Souleymaniah, in Irak, quando dei soldati statunitensi arrestarono dei membri delle forze speciali turche e appunto gli coprirono la testa con dei sacchetti di plastica, episodio che scioccò l’opinione pubblica turca, fortemente nazionalista.
L’ambasciata degli Stati Uniti ad Ankara ha naturalmente deplorato l’aggressione ai tre soldati. “Siamo sicuri che la grande maggioranza dei cittadini turchi condanna insieme a noi le azioni che contrastano con la tradizionale ospitalità turcha” ha scritto la rappresentanza diplomatica, non senza scadere nel folklore.

Intanto però la totalità dell’equipaggio della nave USS Ross ha ricevuto l’ordine da parte dei comandi militati di rimanere a bordo e di non abbandonare l’imbarcazione per evitare eventuali nuovi attacchi.
L’episodio è avvenuto in un contesto di forte tensione tra Turchia e Stati Uniti a proposito della strategia della Casa Bianca in Iraq e in Siria. Dopo aver tollerato a lungo la crescita dello Stato Islamico foraggiato dalla Turchia – oltre che dalle petromonarchie del golfo – da alcuni mesi il governo statunitense guida una coalizione militare che sta conducendo bombardamenti contro le postazioni degli islamisti. Al contrario la Turchia che pure a parole condanna l’Isis in realtà continua a sostenerlo entrando in rotta di collisione con Washington che nelle ultime settimane sta anche rifornendo di armi i curdi siriani che invece Ankara vorrebbe spazzar via.
E’ in questo contesto che il prossimo 21 novembre il vicepresidente statunitense Joe Biden, che ha accusato esplicitamente la Turchia di sostenere il Califfato, arriverà ad Ankara per una visita ufficiale alle autorità turche.

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